Ferrero: "Ho sognato di rilevare la Roma, ma in un giorno lontano"

04/05/2020 17:09

LA REPUBBLICA - Al quotidiano ha rilasciato un'intervista il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero. Dal Coronavirus alla Roma, le sue parole: "Non dico che ce la dovevamo aspettare, questa roba orrenda, ma forse potevamo presentarci al virus un po' più preparati, come individui, come società. Adesso temo la bancarotta o l'oblio".

Roma che sembrava anche calcisticamente nel suo destino...
"Ma poi non è successo. Ho sognato di rilevare la società, è vero, ma in un giorno lontano".

E la città della sua infanzia?
"Testaccio. Da dove del resto proviene anche , il mio attuale tecnico alla Sampdoria. Erano tempi liberi e insieme complicati. Chi aveva problemi andava a rubare i portafogli sugli autobus, annavano a fa' er quajo, come si diceva. Eravamo poverissimi. Si faticava a finire la giornata. I maglioncini duravano per generazioni. Le toppe invecchiavano sui gomiti. I valori erano traguardi veri. Aridatece i valori! Levateje i telefonini! Mio padre diceva: discoremo. Parlatevi ragazzi! Noi mangiavamo la frutta che scartavano ai mercati generali di Via Ostiense, c'è una bella differenza".