18/05/2020 14:25
IL TEMPO (G. SONNINO) - Studia italiano, ma per ora preferisce parlare in inglese. Katerina Ostroushko è arrivata nella capitale da meno di un anno insieme a suo marito, l’allenatore della Roma Paulo Fonseca. E non se ne è affatto pentita: «E' stata una scelta del destino. Abbiamo preso la decisione insieme, è stato difficile, ma pensavo che questo trasferimento ci avrebbe reso più felici e lo penso ancora. Se devo lasciare l'Ucraina per un altro posto - mi sono detta - Roma è perfetta».
A che cosa avete rinunciato?
«In Ucraina eravamo felici. Paulo collezionava successi sportivi, io avevo un lavoro che amavo molto e tutta la mia famiglia accanto. Ma ho sentito che mio marito era pronto per una nuova sfida. Quando la Roma ha chiamato, era da poco nato nostro
figlio e avevamo appena cambiato casa. Non avevo nemmeno avuto il tempo di svuotare gli scatoloni».
Oggi abitate a Monteverde: come lo avete scelto?
«E stata la casa a scegliere noi: un'affascinante villa antica ai margini di un grande parco, con una storia tutta sua. È un posto tranquillo e silenzioso; quando il cancello si chiude alle nostre spalle, il mondo intero sembra sparire. E piena di fiori e piante e spesso raccolgo rose per farne dei bouquet da mettere sul tavolo. Mio marito mi prende in giro, dice che è la mia pratica di meditazione. Chissà, forse ha ragione».
Era mai stata a Roma?
«Sì, la prima volta nel 2018, quando lo Shakhtar giocò qui gli ottavi di Champions League. E' facile immaginare che all’epoca non facessi il tifo per i giallorossi (ride). Ma della città mi sono innamorata a prima vista. Pochi mesi dopo siamo tornati per una breve vacanza e non eravamo più soli, aspettavamo Martin. Nostro figlio ha visitato Roma ancor prima di nascere».
Come avete vissuto la quarantena?
«In un momento così difficile può sembrare egoistico, ma devo ammettere che questo tempo trascorso in casa è stato un regalo enorme. Sono abituata a vedere Paulo partire spesso e restare giorni ad aspettarlo. Non eravamo mai riusciti a fare una colazione insieme senza fretta. E stato bello avere il tempo per goderci nostro figlio ed essere lì l'uno per l'altra. Ci siamo allenati ogni giorno in giardino e persino cucinare e pulire casa ci è sembrato un privilegio».
Come passa le giornate?
«Mio figlio è la mia miglior compagnia: giochiamo, leggiamo, nuotiamo ed esploriamo il mondo. E tutto nuovo per lui. Prima del lockdown, con Paulo facevamo lunghe passeggiate per la città. Ora ci mancano i nostri posti del cuore: Villa Borghese, Villa
Pamphili, il Palatino e i deliziosi caffè nelle stradine del centro. Siamo pazzi per i Musei Vaticani e Villa d'Este, a Tivoli».
Com'è stato il suo primo anno da mamma?
«Martin ha letteralmente sconvolto la nostra vita, abbiamo passato di tutto: notti insonni, lacrime, stanchezza. Ma quando ci penso sorrido, perché Paulo è sempre stato al mio fianco. Non mi dà solo una mano, condivide davvero tutto con me. Lui ha altri due figli, è un papà idea le. Martin è pazzo di lui, a volte sono quasi gelosa! Dovreste vederlo come corre le verso la porta quando sente che Paulo torna a casa».
Il trasferimento a Roma ha cambiato anche i suoi progetti professionali?
«Totalmente. Avevo solo 25 quando mi sono unita al Consiglio del più grande gruppo editoriale del mio paese, “Ukraine”. Quando ho incontrato Paulo, nel 2017, ero a
capo dell'ufficio stampa di Rinat Akhmetov già da due anni. Adoravo il mio lavoro, ma credo sia importante essere aperti ai cambiamenti. In passato ho anche condotto programmi tv, ma da quando ho smesso ho vissuto felicemente offline. Pensate che
ho un account instagram soltanto da sei mesi».
Eppure siete una coppiamolto fashion.
«Ci piace avere un nostro "stile di coppia", anche per andare al supermercato. Il segreto è questo: lui non si veste mai prima che io abbia scelto il mio outfit, anche se mi cambio almeno un paio di volte. Non sono una fashion victim, mi piacciono i bei vestiti, ma fare shopping mi stressa. La mia filosofia è "meno, ma di qualità”. Paulo è l'uomo più elegante che conosca, ha un gusto impeccabile e adora le belle scarpe».
Come ha vissuto il disastro che ha colpito l'Ucraina nel 2014?
«E stata una tragedia. Migliaia di persone hanno perso i loro cari e le loro case durante la guerra nel Donbass. In molti hanno dovuto ricominciare da zero e la mia famiglia non ha fatto eccezione. Ho sentito esplodere le bombe dietro di me. Non c'è niente di più atroce. Non torno a Donetsk, dove ho trascorso la mia infanzia e la maggior parte della mia vita adulta, da cinque anni. Amo profondamente il mio paese e aspetto la pace insieme a centinaia di migliaia di ucraini».
Dove si immagina tra dieci anni?
«E' la domanda più difficile. La vita mi ha insegnato a non pianificare nulla, le cose possono cambiare in un'ora. Non ho idea di dove sarò tra un paio d’anni, ma so per certo con chi: mio marito, i nostri figli, le nostre famiglie. Mi vedo come una donna felice, a prescindere da quello che farò, che sia condurre un programma tv o prendermi cura delle mie rose».