08/08/2020 14:30
Andrea Leone, figlio del celebre regista Sergio e grande tifoso della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano per parlare dell'acquisto del club giallorosso da parte di Friedkin e dell'ipotesi del suo ingresso nel Cda. Queste le sue parole:
Davvero sarà nel CdA della Roma?
«No. Con il gruppo Friedkin c’è un ottimo rapporto di lavoro, abbiamo preso in esclusiva per l’Italia il loro prossimo film, «Killers of the Flowers Moon», diretto da Scorsese e con De Niro e Di Caprio, budget da 200 milioni di dollari. Mio nipote Francesco, che lavora con me, ha un rapporto di amicizia con Ryan. Ma questo è tutto un altro discorso...».
Contento che Friedkin abbia preso la Roma?
«Molto. Pallotta non ha mai capito cosa significhi essere romanisti al 100%. Per loro lo sport è diverso, vedono la partita come il cinema. Qui, invece, se la Roma vince o perde ti cambia la vita. Lo scorso anno, per la prima volta, non ho rinnovato l’abbonamento. Ora che c’è un’altra proprietà posso tornare: The Friedkin è un gruppo solido, che ha avuto sempre successo in ogni campo. Vengono per far bene, hanno investito tanti soldi. Mi auguro non commettano gli stessi errori, qualcuno gli dovrà spiegare il romanismo».
Il bilancio di Pallotta?
«Ha fatto tante cose non da romanista, per allontanare i tifosi. Ora spero ci sia chiarezza, che nessuno ci dica più di voler rendere la Roma tra i club più forti del mondo senza poterlo fare. Anzalone quando comprò Pruzzo mise in vendita delle tessere decennali per finanziarsi. La mia famiglia ne prese alcune. I tifosi della Roma sono così, al fianco di tutti. Ma non vanno presi in giro. E con Pallotta, invece, io mi sono sentito preso in giro».
Consigli a Friedkin?
«Credo che il modello Borussia Dortmund possa essere quello buono per la Roma. Puntare su giovani di prospettiva, vincere qualcosa e magari cederli alle grandi, ma dopo un periodo in cui te li sei goduti e non dopo appena 4 partite buone... E poi una dirigenza forte e la presenza del padrone. Le aziende funzionano con i proprietari, l’occhio del padrone ingrassa il cavallo. Anche perché si ha a che fare con un materiale umano complicato: giovani ricchi e a volte viziati».
Il futuro è Fonseca?
«Mi sembra intelligente, l’allenatore bravo sa adattarsi al giocatori che ha. I tecnici che fanno la differenza nel mondo sono una decina, lui è tra quelli subito dopo. Ha fatto il possibile, in un anno balordo: infortuni, Petrachi, il Covid e il club in vendita...».
(Gasport)