20/08/2020 16:17
Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha rilasciato un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano dove commenta l'ondata di contagi che ha investito alcuni giocatori di club di Serie A. Queste alcune delle sue parole:
I contagi in Europa e ora, seppur al momento in maniera minore, anche in Italia rallentano la piena ripresa. È preoccupato per l'avvio della nuova stagione?
«La congiuntura internazionale impone massima attenzione, mi preoccupano i comportamenti irresponsabili. Dobbiamo assolutamente evitarli».
Parla dei giocatori ma anche di tutti i membri che fanno parte del gruppo squadra.
«Colgo l'occasione per rivolgere un invito ai nostri tesserati: vogliamo tutti giocare a calcio, ma prima di essere atleti dobbiamo essere cittadini coscienziosi e continuare ad osservare le disposizioni e le cautele necessarie per contenere le diffusione di questo maledetto virus. Lo abbiamo già fatto dopo il lockdown,.dobbiamo continuare a far- Non solo i nuovi contagi ma a rallentare la ripresa è anche il protocollo, rimasto finora invariato»..
Nei giorni scorsi, lei ha lanciato l'allarme sulla necessità di un aggiornamento dei Protocolli sanitari. Ci sono novità?
«Quello dell'invasività fisica dei tamponi è un problema reale. Abbiamo fatto una richiesta per ridurne il numero (portarli da 1 ogni 4 giorni ad 1 ogni 8/10, ndr), mantenendo sempre un altissimo livello di controlli di garanzia e responsabilità. Mi auguro che questa richiesta possa trovare accoglimento prima dell'inizio dei campionati. Credo che adottare il protocollo stilato a maggio per pochi mesi andava bene ma per una stagione intera è insostenibile».
Anche l'apertura degli stadi per ora non ha trovato riscontro nonostante un protocollo fatto insieme alla Lega di serie A. Il rischio è che si parta ancora a porte chiuse e la sensazione è che ci vorrà molto altro tempo per rivedere i tifosi negli impianti.
«Purtroppo l'andamento dei contagi non consente in questo momento di fare passi in avanti in questa direzione, almeno per quanto riguarda i grandi numeri. Il calcio senza tifosi è uno spettacolo morico, ma dobbiamo renderci conto di quello che sta accendendo. Noi siamo pronti, non appena le condizioni lo consentiranno faremo tutto il necessario».
(Il Messaggero)