28/10/2020 09:47
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Negli scorsi mesi a Trigoria c’è stato un via vai di dirigenti e non con tutti ci si è lasciati nel miglior modo possibile. Il caso più eclatante è quello del ds Petrachi, licenziato lo scorso 3 luglio dopo che la società gli aveva addebitato una serie di condotte legate alla gestione dell’area sportiva anche durante il periodo di lockdown, oltre a dichiarazioni volte a criticare il club e al famoso sms offensivo inviato a Pallotta. Il salentino, dopo aver respinto ogni addebito, si è rivolto al Tribunale del Lavoro, chiedendo l’illegittimità del licenziamento e un risarcimento danni di circa 5 milioni di euro, pari allo stipendio lordo che avrebbe dovuto percepire fino al 2022. La prima udienza è fissata per il 4 novembre e la Roma ritiene “possibile il rischio di soccombenza”.
Oltre a quello con Petrachi sono poi in piedi contenziosi con gli ex dirigenti Malknecht (udienza 30 ottobre, i primi due tentativi di arrivare ad un accordo sono stati insufficienti) e Tempestilli, con quest’ultimo che ha dato però disponibilità alla nuova proprietà Friedkin ad arrivare ad una conciliazione. Altre controversie in atto sono quelle con Batistuta, per la quale si aspetta la sentenza della Corte d’Appello, quella con il Newell’s sul caso Ponce/Romagnoli - il 15 ottobre la FIFA ha rigettato il ricorso degli argentini, che hanno già annunciato che si appelleranno al TAS di Losanna - e quella con il procuratore Boisseau: l’agente di Rudi Garcia ha presentato un decreto ingiuntivo sul mancato pagamento di alcune commissioni relative alle operazioni Gervinho e Keita. E da quanto appreso non è l’unico agente pronto a dar battaglia per i ritardi nei pagamenti.
Dalla relazione sulla remunerazione allegata al bilancio si evince poi che l’accordo di risoluzione anticipata con Baldissoni prevede il riconoscimento di 1,39 milioni lordi come buonuscita e che lo stipendio dell’ex vice-presidente nella scorsa stagione è stato di 714mila euro (non sono scattati i bonus previsti dal contratto). Oltre a quella di Baldissoni viene segnalata anche la remunerazione del Ceo Fienga (anche qui nessun bonus), a quale è stato corrisposto quale anticipo dell’indennità di fine del precedente mandato di Ad un totale di 750mila euro. Fienga, confermato dai Friedkin nel cda, anche con la nuova proprietà mantiene ovviamente il potere di firma e ha trasferito alcuni di questi poteri anche a Zubiria, a Calvo e alla Bafaro (totale della remunerazione degli altri dirigenti è pari a 2,62 milioni). Emergono poi alcuni dati relativi alla suddivisione azionaria della Roma prima della cessione ai Friedkin (ora Dan ha in mano tutte le azioni del club): Pallotta è rimasto fino all’ultimo come uomo forte della cordata americana grazie ad un 19% delle azioni della Roma, mentre D’Amore e Sternlicht avevano poco più del 5% a testa delle quote. Tornando poi al tema commissioni, per acquisti e rinnovi di calciatori nell’esercizio 2019/20 ad agenti e consulenti sportivi sono stati riconosciuti 21,47 milioni: oltre a quelle già note dopo la pubblicazione della semestrale si evince che il costo totale di Villar è di 5 milioni (4 di cartellino e 1 di commissione), quello di Carles Perez è di 13,5 milioni (12 di cartellino e 1,5 di commissione), mentre per Ibanez il costo complessivo è di 10,35 milioni (9 di cartellino e 1,35 di commissione). Sale fino a 29,6 milioni l’esborso totale per Cristante: nell’ultima stagione l’Atalanta ha incassato altri due milioni di bonus. Chiusura sugli stipendi: mentre mezza Serie A trema in vista della scadenza di novembre la Roma dei Friedkin ha corrisposto ai tesserati la retribuzione relativa alla mensilità di settembre e sono stati pagati tutti i debiti scaduti verso altri club al 30 settembre.