30/10/2020 08:55
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma2 non basta per vincere in Europa League. Contro i modesti bulgari del Cska Sofia i giallorossi non vanno oltre un pareggio a reti bianche nell'Olimpico desolato dove stavolta nemmeno Dan Friedkin (per la prima volta da quando ha comprato il club) si è affacciato lasciando il figlio Ryan da solo in tribuna.
E non è servito nemmeno il rientro di Smalling per la prima volta in campo dopo la querelle estiva del mercato e l'infortunio che lo aveva tenuto fermo appena rientrato a Roma. Tanta voglia, ma dopo un'ora Fonseca lo ha tirato giustamente fuori. Perché il tecnico portoghese pensa alla Fiorentina che domenica alla 18 piomberà all'Olimpico.
Così, la Roma di coppa assomiglia molto più a quella che ha battuto lo Young Boys che non a quella tornata con un pari prezioso da San Siro. Stavolta sono sette i titolari risparmiati del tecnico giallorosso che sa bene quanto più complicata sarà la sfida di campionato alle porte. Tanti, forse troppi i calciatori ai quali rinunciare per pensare di poter portar via l’intera posta. Perché stavolta a Fonseca non riesce un'altra magia, non basta mettere quelli «buoni» a venti minuti dalla fine (entrano Pedro, poi Pellegrini e Dzeko) perché i bulgari si chiudono là dietro e non fanno passare nulla. Anzi, se Pau Lopez non fosse stato il migliore dei giallorossi (pensa te...), probabilmente Fonseca non avrebbe potuto incassare nemmeno questo punticino che fa restare comunque la Roma in vetta al girone in condominio con i rumeni del Cluj.
Troppi gli errori commessi, soprattutto sotto porta in una partita giocata per lunghi tratti nella metà campo ospite, con Borja Mayoral che sembra la controfigura di Kalinic e gli altri (tranne Villar che non è dispiaciuto) davvero lontani anni luce dalla condizione migliore. Perché se arrivi in fondo e poi non la metti dentro è tutto inutile. Eppoi come qualcuno spieghi a Spinazzola che il popolo giallorosso lo ringrazia molto per le sue sfuriate sulla fascia nelle quale riesce sempre ad arrivare in fondo e a saltare il suo uomo, ma gli sarebbe altrettanto grato se almeno una volta il cross fosse per un compagno e non per un difensore avversario. E vabbene che è un destro costretto a giocare sulla fascia sinistra, ma a volte sembra avere i piedi montati al contrario.
Nel complesso un passo indietro che conferma come la panchina giallorossa non sia all'altezza della prima squadra: lo sapevano tutti e alla fine i nodi di un mercato fatto a metà sono arrivati al pettine. Domenica c’è la Fiorentina e servirà altra roba: la Roma1, sperando che basti.