02/11/2020 10:18
LAROMA24.IT - La Roma vince contro la Fiorentina e convince: 2-0 che porta le firme di Spinazzola e Pedro, ma mette in evidenza l'intera prestazione di squadra. "La Roma ha battuto bene la Fiorentina, con un 2-0 che non racconta in pieno l'andamento di un match a senso unico, nonostante i primi 10 minuti sprint dei viola", analizza così il match Romolo Buffoni sul Messaggero, mentre per Paolo Condò sulle pagine della Repubblica "il trio d'attacco della Roma composto da Dzeko (34), Pedro (33) e Mkhitaryan (31) disegna geometrie pregiate".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
IL MESSAGGERO (R. BUFFONI)
La Lazio svolta, la Roma cresce bene. La sesta giornata va archiviata nello scaffale dei bei ricordi per le due romane, ma Inzaghi e Fonseca continuano ad avere più di un pensiero. [...]
La Roma ha battuto bene la Fiorentina, con un 2-0 che non racconta in pieno l'andamento di un match a senso unico, nonostante i primi 10 minuti sprint dei viola. E il non riuscire a tramutare in gol la mole di gioco prodotta è il cruccio di Fonseca, sempre troppo Dzeko-dipendente. Giallorossi che salgono a quota 11 agganciando l'Inter e il Napoli battuto a domicilio da un Sassuolo che è secondo a due punti dal Milan e che sarebbe il caso di guardare con uno sguardo meno superficiale. In casa Roma inizia a pesare il punto perso per la gaffe-Diawara. In settimana ci sarà l'esito del ricorso contro lo 0-3 : fosse ristabilito lo 0-0 di Verona, la Roma raggiungerebbe Atalanta e Juve in zona Champions. [...]
CORRIERE DELLO SPORT (M. EVANGELISTI)
Rassegnati da tempo a vivere sulla faglia dell'incertezza, dove non solo non c'è mai una gioia ma neppure una placida serenità i tifosi della Roma cominciano a coltivare la vaga speranza che si annidi qualcosa di diverso oltre l'orizzonte. Cioè una squadra normale, ammesso che cose del genere esistano. Esistono, perché in giro se ne vedono persino in quest'epoca di caldo in bolle, e ce ne sono anche nei ricordi giallototei, in passati neppure troppo lontani. Una squadra che può restate sorpresa per dieci minuti da un paio di ruggiti tattici dell'immaginifico lachini, ma non si perde d'animo, non evapora, invade la partita, ne prende possesso con un golletto dell'uomo più in forma dell'ultimo periodo, cioè Spinazzola, la colonizza e la governa con gli strumenti di un'ampia superiorità, la conclude con un contropiede impostato e finito da tre che sono i bastoni della propria vecchiaia e fanno da soli.
Novantotto anni tra Dzeko, Mkhitaryan e Pedro, oltre seicento reti a metterli insieme. Ma non è la retorica generazione dei padri che tiene in piedi la baracca, perché a forza di guardarli e di ascoltarli anche i figli cominciano a cavarsela bene e per fare solo un esempio guardate Karsdorp, terzino perduto che è stato ritrovato. Talmente immaginifico, Iachini, da schierare la sua Fiorentina con Ribery a creare e Callejon a tagliare e basta, senza punte a cui riferirsi o da utilizzare come diversivo. Sembrava quello spot televisivo in cui per esaltare la qualità di una marca di pasta si preparavano gli spaghetti con il tonno e mancava il tonno, tanto contavano solo gli spaghetti. Salvo poi buttarne in padella tre insieme di centravanti (non di scatolette di tonno). Forse era un fantasioso tentativo di tenere corta la formazione per vietare a Fonseca l'accesso agli spazi in cui i suoi amano brucare.
Ma qualunque fosse l'ingegneria di gioco dietro quel bislacco dispositivo la Roma l'ha smontata con la solidità di una difesa che le trecce di Smalling tengono stretta a fascina, il movimento di un centrocampo nel quale Lorenzo Pellegrini sta ritrovando i suoi ritmi e le sue lune, la classe e l'esperienza di un attacco di livello internazionale. Dal quale Pedro spesso retrocede per aumentare la pulizia della costruzione. Ieri, nei vasti vuoti di equilibrio lasciati dalla Fiorentina una volta lacerata dal gol preso, è stato tutto piuttosto tranquillo per la Roma. Però quel pressing alto mai portato con tanta determinazione è qualcosa che pesa e ha l'aria di essere qui per restare. Se poi vedi Mkhitaryan, monumento della nazione armena, correre verso il portiere per sporcargli un rinvio hai persino diritto di illuderti. E di sperare che la faglia sotto i tuoi piedi sia diventando di colpo terreno accogliente.
LA REPUBBLICA (P. CONDÒ)
Nel giorno in cui solleva una discreta indignazione il tweet di Giovanni Toti sui pensionati "non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese", pare quasi che i nonnetti della Serie A si siano messi d'accordo per confutare la teoria. Improduttivi noi? Zlatan Ibrahimovic (39) firma la fuga del Milan con un assist e il gol decisivo in acrobazia — fatela voi, ragazzi —, Cristiano Ronaldo (35) rianima la Juve concedendosi pure un rigore a cucchiaio, il trio d'attacco della Roma composto da Dzeko (34), Pedro (33) e Mkhitaryan (31) disegna geometrie pregiate che Fonseca mette in sicurezza facendo marcare a uomo a tutto campo Franck Ribery (37). In coda a 98 minuti di battaglia la Lazio passa a Torino perché il piede più lesto appartiene a Felipe Caicedo (32), e persino Gigi Buffon (42), con la Juve avanti di un gol soltanto, blinda il risultato con una parata d'autore. In generale questa prevalenza degli anziani non sarebbe un gran segnale per la Serie A, perché il teatro più ricco è quello in cui le ballerine sono più giovani, e in questo senso la Premier è sempre distante. Però c'è riciclo e riciclo. [...] I tre attaccanti della Roma sono arrivati tutti dal campionato inglese, sia pure in tempi diversi: i giovani che li hanno sostituiti sono bravi, ma nel serbatoio dei dismessi è rimasto molto calcio di qualità, e la Roma se lo gode. [....]