26/11/2020 08:47
Ieri Claudio Lotito è stato interrogato dalla procura di Avellino per l'inchiesta sui tamponi della Lazio. Il procuratore Vincenzo D’Onofrio e i sostituti Luigi Iglio, Vincenzo Toscano e Teresa Venezia hanno ascoltato per circa tre ore il patron biancoceleste, che al termine non ha rilasciato dichiarazioni.
Riserbo assoluto anche da parte degli inquirenti, i magistrati comunque hanno chiesto dei rapporti fra il presidente della Lazio e i Taccone, il papà Walter e il figlio Massimiliano, proprietari del laboratorio Futura Diaginostica e del perché di una scelta di un laboratorio così logisticamente lontano. E poi ancora su tutta l’altalena fra positività e negatività dei test effettuati fra Avellino e il centro Synlab della Uefa, per le partite di Champions. I magistrati hanno chiesto conto anche di alcune missive fra club e laboratorio e soprattutto verificato se le comunicazioni di legge delle positività alla Asl di Roma siano state effettuate nei tempi corretti o se c’è stato qualche disguido e chi ha comunicato cosa e quando. Dall’entourage del presidente della Lazio emerge la convinzione di aver chiarito tutto.
Si preannuncia intanto una battaglia legale fra accusa e difesa sulla perizia, depositata lunedì, dal consulente d’ufficio della Procura sui 95 tamponi processati dal centro polispecialistico avellinese, relativi ai prelievi del 6 novembre. I 7 positivi accertati da Futura Diagnostica sarebbero diventati 25 secondo i test di verifica da parte della consulente della Procura. Discordanze che aprono la strada ad un contenzioso giuridico, ma anche tecnico-scientifico, sulle conclusioni.
(Gasport)