07/12/2020 11:07
Il commento del giorno dopo Roma-Sassuolo, 0-0 con coda velenosa di polemiche per la direzione di gara di Maresca, fa tendere la bilancia verso i due punti persi, nonostante l'inferiorità per più di un tempo. "Un bicchiere molto più vuoto che pieno" scrive Buffoni sulle pagine de 'Il Messaggero'.
"A me era sembrata a lungo la squadra con il gioco migliore, ma questo si è dimostrato vero con avversari della zona grigia" riflette Mario Sconcerti da 'La Repubblica'.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
R. BUFFONI - IL MESSAGGERO
Altra sfida con una squadra che la precede in classifica e altro flop per la Roma di Fonseca, che proprio non riesce a fare il salto necessario a portarsi stabilmente nelle prime quattro posizioni di classifica che significano Champions League. Lo 0-0 contro il Sassuolo è un bicchiere molto più vuoto che pieno, nonostante l'inferiorità numerica (rosso a Pedro) per più di metà gara. Ma proprio in 10 contro 11 la Roma ha offerto la prestazione migliore di un pomeriggio che, nel primo tempo, era stato grigio. Lo scatto di nervi di Fonseca verso Maresca e il successivo post polemico di Pellegrini verso l'ambiente tradiscono grande nervosismo in casa giallorossa.
Maresca è stato discutibile nella gestione dei cartellini (esagerato il primo giallo a Pedro che poi si rivelerà fatale e Obiang meritava il rosso); fa discutere il mani non rilevato (e non rivisto) di Ayhan su cross di Spinazzola, ma in linea con la nuova interpretazione adottata quest'anno sul mani. Giusto annullare al Var i gol di Mkhytarian e Haraslin. Eppure Fonseca, di solito moderato, ha imputato all'arbitro di aver «alterato la gara» e anche Dan e Ryan Friedkin erano molto irritati dalla direzione di gara. In realtà alla Roma manca qualcosa, sia a livello di organico che di mentalità per fare il salto di qualità. [...]
P. CONDO - LA REPUBBLICA
Fra le tante storie del decennio agli sgoccioli costrette alla penombra dal dominio assoluto della Juventus, il sorpasso delle squadre romane su quelle milanesi ha segnato una svolta storica del nostro calcio, il declino delle grandi famiglie lombarde. In quei cinque anni, la Roma della prima proprietà straniera di rilievo si è divisa col Napoli il ruolo di (distante) avversaria della Juve. La tendenza favorevole alla capitale si è interrotta quando le proprietà straniere delle milanesi sono diventate non solo solide realtà, ma anche dotate di una prospettiva, e la stagione in corso lo conferma: dopo dieci turni le milanesi guidano la fila con una somma di 47 punti mentre le romane ne hanno messi assistente 35. Dodici in meno non sono pochi: viene da chiedersi quale sarà il loro ruolo nel torneo. La Roma ieri ha pareggiato una partita che avrebbe potuto vincere (...). È stata penalizzata dall'arbitro, ma non nel primo tempo. (...) La vittoria in 10 avrebbe valorizzato un ordine tattico che alza il rendimento di tutti, da giocatori normali come Karsdorp a campioni come Dzeko.
M. SCONCERTI - CORRIERE DELLA SERA
(...) Scompare per un po’ la Roma. A me era sembrata a lungo la squadra con il gioco migliore, ma questo si è dimostrato vero con avversari della zona grigia. Con i migliori ha pareggiato tre volte e preso quattro gol nell’altra. Ha deluso anche il Sassuolo, un po’ troppo pieno di sé. Porta spesso avanti il pallone camminando, ha giocatori stanchi e alcuni fuori importanti come il suo centravanti Caputo. Anche ieri non ha tirato, né cercato un colpo di fantasia. Solo possesso palla è un privilegio che si uccide da solo. (...)