01/12/2020 09:08
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Una storia già vista. Troppe volte. La Roma che parte a fari spenti, va molto meglio delle previsioni nefaste della pre-season, mette in fila risultati e prestazioni ma poi, quando arriva la partita in cui deve certificare di essere davvero pronta a competere per vincere, si scioglie all’improvviso. Il tonfo di Napoli, insomma, è una replica del passato, con i giallorossi diventati in una sera la bruttissima copia della squadra che finora domenica sera aveva convinto tutti a suon di vittorie e gioco collaudato. Un crollo sia fisico - si riflette a Trigoria sulla faticosa trasferta di Cluj col rientro a notte fonda - sia nervoso, facilmente leggibile nei numeri della partita. Uno spiega tutto: la Roma è riuscita a indovinare un totale di 6 passaggi da fuori a dentro l’area avversaria o direttamente all’interno dell’area. Insomma non è mai stata davvero pericolosa, come se fosse incapace di dar fastidio al Napoli nella notte dedicata a Maradona. Altri numeri emblematici: i giallorossi hanno avuto solo il 34% di possesso palla nella metà campo degli azzurri e il resto tutto nella propria, la squadra di Gattuso ha dovuto commettere appena tre falli nell’intero match, il romanista con più dribbling riusciti (2) è stato Cristante ed è tutto dire, Pedro ha corso più dei compagni ma è dietro tre calciatori del Napoli. L’altro dato che fa riflettere riguarda i risultati ottenuti contro le big del campionato durante la gestione Fonseca: 3 vittorie, 6 sconfitte e 6 pareggi nelle sfide contro Juve, Inter, Milan, Napoli, Atalanta e Lazio. Domenica prossima c’è subito la possibilità di invertire il trend contro il Sassuolo, per evitare che il crollo del San Paolo non si trasformi, come fa temere il passato, nell’inizio di un periodo negativo. Ma prima va sbrigata la pratica Young Boys in Europa League: basta un pari per la certezza di chiudere il girone al primo posto. In giornata Fonseca spera di avere buone notizie dalle risonanze magnetiche a cui si sottoporranno Veretout (probabile lesione al flessore) e Mancini, che ha accusato nuovamente un fastidio all’adduttore, un dolore presumibilmente di natura infiammatoria che, oltre nella sfida con il Parma, già aveva avvertito con il Genoa al 15’, chiedendo prima il cambio e restando poi in campo. Buone nuove sono arrivate ieri da Kumbulla che dopo tre settimane alle prese con il Covid è infine risultato negativo al tampone e tornerà a disposizione del tecnico. Alla ripresa di oggi saranno poi più chiare le condizioni del ginocchio di Smalling, ieri a Trigoria nel giorno di riposo per accelerare il recupero