11/01/2021 07:47
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - La Roma c'è! Esce a testa alta dallo scontro diretto contro l'Inter, si conferma al terzo posto in classifica e dimostra di poter stare lassù assieme alle grandi del campionato. Lo dice molto con il gioco, ma non ancora del tutto con la costanza, in una partita difficile contro una delle squadre attrezzate per vincere il campionato: l'Inter di Conte.
Il bilancio finale è un pareggio giusto al termine del quale a ridere però è soprattutto il Milan (che allunga sui cugini in vetta alla classifica grazie al successo del sabato col Torino) e la Juve che accorcia sulle due protagoniste della sfida dell'Olimpico grazie al successo nel posticipo serale che ha chiuso la domenica della diciassettesima giornata di campionato. La Roma parte forte, va in vantaggio con Pellegrini dopo 17 minuti (strepitosa palla recuperata a centrocampo dal solito Veretout), sembra in controllo, ma chiude la prima frazione di gioco in calo. I primi venti minuti della ripresa sono tutti dell'Inter che in diciotto minuti pareggia con Skriniar, raddoppia col gran gol di Hakimi e potrebbe anche chiuderla se non trovasse un Pau Lopez stavolta in formato stellare che già nel primo tempo aveva fatto due interventi di assoluto rilievo. Il portiere spagnolo si riscatta, dimostra di aver ritrovato visione di gioco e reattività uscendo dalla sfida da migliore dei giallorossi.
Poi, smaltita la paura del rientro nerazzurro, la squadra di Fonseca si ritrova e torna a giocare il suo calcio chiudendo la gara in avanti. Prima riacciuffa la partita col gol di testa di Mancini (gran palla messa dentro dall’inesauribile e ormai insostituibile Villar), poi potrebbe anche vincerla contro un’Inter che ha invece chiuso in grande flessione: complici anche i cambi sbagliati di Conte.
Nel complesso quindi un pareggio giusto che traccia un profilo chiaro delle qualità e dei limiti delle due squadre e dei rispettivi allenatori. Il tecnico nerazzurro a fine gara addirittura si lamenta perché è costretto a far giocare sempre gli stessi... pensa te. E Fonseca allora cosa dovrebbe dire? Con sette assenti tra i quali (oltre a Zaniolo) anche Pedro, ha come primo cambio Cristante e un solo rinforzo offensivo: Borja Mayoral.
Il problema è sempre lo stesso: se vuoi stare lassù e lottare per qualcosa devi investire, completare la rosa e allargare le opzioni di scelta dell'allenatore. Non è un caso che Fonseca abbia chiesto alla nuova proprietà due innesti in questa finestra di mercato che si è appena aperta. Perché per fare il definitivo salto di qualità a questa Roma manca davvero poco. Intanto il campionato avanza e venerdì la squadra di Fonseca sarà attesa a uno dei crocevia della stagione: il derby con la Lazio che conta molto per la classifica ma ancor di più per i tifosi e l'ambiente di una città «malata» di calcio. E stavolta i giallorossi ci arriveranno da favoriti, posizione, da tradizione, molto scomoda trattandosi del derby della Capitale.