21/01/2021 09:34
C'è il rischio concreto che il calcio di inizio della competizione più attesa in Campidoglio, dove da oltre un anno si lavora per farsi trovare pronti all'appuntamento con la partita inaugurale degli Europei, si tiri lontano da Roma. Il coronavirus rimescola ancora una volta le carte e la Uefa sta pensando a un'exit strategy, vagliando anche la possibilità di far disputare l'intera competizione in un solo Paese. Un po' come accaduto per le partite clou dell'ultima Champions League e di Europa League, disputate rispettivamente a Lisbona e in Germania. L
a decisione della Uefa arriverà il 5 marzo. Roma si era aggiudicata il match d'esordio e altre 3 gare. Partite da disputare in piena campagna elettorale e a cui la giunta grillina guarda ovviamente con il massimo interesse. In attesa di novità, in Campidoglio si continua a lavorare a testa bassa sull'evento: «Non sono arrivate comunicazioni dalla Uefa. Stiamo lavorando a diversi scenario sulla capienza consentita tanto allo stadio che nell'area che dovrà ospitare i tifosi. Noi ci siamo, Roma c'è», assicura Daniele Frongia, assessore allo Sport del Campidoglio
Preccuppa però la prospettiva delle partite a porte chiuse. In quel caso non è detto che alla fine la scelta dell'Uefa ricada sull'Italia. In pole ci potrebbe essere la Germania. Una decisione che penalizzerebbe Roma e gli sforzi del Campidoglio, stroncati dall'emergenza sanitaria.
(La Repubblica)