26/02/2021 09:33
MILANO FINANZA (A. MONTANARI) - La guerra per i diritti tv continua. Ieri, a 24 ore dall'assemblea odierna della Lega Serie A che deve valutare le offerte di Dazn (affiancata da Tim) e Sky Italia, la pay tv satellitare scende nuovamente in campo e, questa volta, scrive formalmente ai vertici della Confindustria del pallone per chiedere delucidazioni in merito alla presenza del gruppo tlc, che non aveva presentato alcuna offerta entro i termini dell'asta per la vendita dei diritti tv 2021-2024.
La missiva, vergata da Maximo Ibarra, ad di Sky, è indirizzata a Paolo Dal Pino e Luigi De Siervo, rispettivamente presidente e ad della Lega (Tim è title sponsor del campionato) e fa perno sull'ingrombrante presenza dell'ex monopolista di Stato nelle telecomunicazioni a fianco dell'Ott, che ha messo sul piatto 840 milioni all'anno rispetto ai 750 milioni offerti dalla pay satellitare controllata da Comcast. «Tale partnership commerciale, finanziaria e tecnologica, durerebbe per l'intero ciclo dei diritti e prevederebbe la corresponsione di minimi garantiti da Tim a favore di Dazn per un ammontare superiore al 40% del valore dei diritti stessi», si legge nella lettera di Ibarra. Un accordo di distribuzione preferenziale potrebbe quindi «generare potenziali criticità concorrenziali e di compatibilità con la legge Melandri», viene specificato anche nel documento firmato Sky. Per questo Ibarra chiede ai vertici della Lega Serie A di «verificare che non vi siano vincoli di alcun tipo alla distribuzione della Serie A su alcuna piattaforma o device, comprese quelle di Sky».
II rischio ora è che la partita tra la pay tv e l'asse Dazn-Tim finisca a carte bollate allungando i tempi della vendita dei diritti tv. Nel frattempo la televisione satellitare è intenzionata a definire offerte importanti per le immagini, in scadenza, della Liga spagnola, della B (interessa anche a Eleven Sports) e di altri sport minori. Oltre a studiare un progetto specifico per le partite della LegaPro. Non va comunque trascurato il fatto che sullo sfondo di questa complessa vicenda resta sempre valida l'opzione della creazione della media company della Lega con l'ingresso dei fondi (Cvc, Advent e Fsi) al 10%. Urbano Cairo. patron del Torino, è in prima linea per questa opzione: il fronte è composto da una decina di club. Ma per passare l'opzione, così come per i diritti, servono 14 voti. E nessun sfidante al momento ha raggiunto la fatidica soglia.