L'ultimo treno

08/04/2021 07:52

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Tutto in 180 minuti. La Roma prova a ridare un senso a una stagione che in campionato, praticamente, non lo ha più: c’è l’Europa League per ricrearsi un obiettivo, sognare una coppa e la qualificazione in , ma bisogna per prima cosa eliminare l’Ajax, rivale dei giallorossi stasera nell’andata dei quarti. Nella suggestiva (ma vuota) Johan Cruyff Arena di Amsterdam stasera si gioca il primo atto contro i temibili ragazzini allenati da Erik ten Hag. Chi passa il turno trova la vincente di Manchester United-Granada in semifinale, con andata in trasferta. Non è più la squadra che ha sfiorato due anni fa la finale di , ma questo Ajax in ricostruzione ha comunque già in tasca il titolo olandese, si giocherà dopo la Roma la finale della coppa nazionale e si approccia alla partita con serenità.

Quella che Fonseca e i suoi non possono avere. Il tecnico perché sa di giocarsi le poche residue chance di conferma proprio nelle gare europee, i giocatori perché a forza di perdere terreno in campionato e di farsi male uno dietro l’altro hanno smarrito quelle certezze che avevano tenuto a lungo la Roma in zona . «Servirà una partita perfetta - dice il tecnico alla vigilia - l’Ajax è una squadra con grandissimi giocatori, mi aspetto una sfida equilibrata fino alla fine della gara di ritorno». Dell’Ajax teme soprattutto la fase offensiva. E fa bene. «Sono molto pericolosi in avanti, la loro filosofia è simile a quella dello Shakhtar e del , noi dobbiamo difendere bene e non lasciarli giocare». In questo senso si spiega la scelta di affidarsi a Diawara in coppia con Veretout, tenendosi Villar come cambio buono durante la gara.

Fonseca spera anche in un moto d’orgoglio di . Ma sulla fascia da capitano tolta al bosniaco, confessa che «rifarei tutto allo stesso modo». Il portoghese ha il volto tirato e la barba incolta, sa che la società si sta guardando intorno e per lui diventa difficile restare insensibile alle continue voci sui nuovi allenatori in arrivo. Detto che la strada per Allegri resta impervia, da Trigoria smentiscono con fermezza incontri e contatti con Sarri. Sarebbe il suo agente, in realtà, a proporlo a Tiago Pinto. E resta da capire se la Roma si indirizzerà proprio sul toscano. I giocatori aspettano e provano a concentrarsi sull’Ajax. «Non è vero che contestiamo i metodi di lavoro del mister - giura Gianluca Mancini - queste cose vengono dette per tirare la Roma dentro i casini. Veniamo da alcuni risultati negativi, non è un buon momento ma dobbiamo fare bene. Possiamo passare il turno, ma sta a noi dimostrarlo». Sarà il campo a parlare.