Diritti tv e pubblico, le due sfide della Lega Serie A

30/05/2021 10:11

REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Il prossimo campionato ripartirà il 22 agosto: la speranza del presidente della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino, è che ci possa essere un numero importante di spettatori negli stadi. Spettatori che mancano, salvo rare eccezioni (vedi finale di Coppa Italia), dall'ottobre dell'anno scorso. Un danno enorme, economico e di immagine.

La Lega punta ad avere più del 40-50 della capienza degli stadi, ma bisogna aspettare ancora prima di avere una risposta del governo: bisognerà vedere come vedere come andrà il test degli Europei (quattro gare all'Olimpico di cui tre dell'Italia) con circa 17.000 spettatori, poi bisognerà vedere a che punto sarà la curva dell'epidemia e il piano vaccinale. Ma per la seconda metà di agosto, si dovrebbe essere usciti quasi dal tunnel. Probabile che la Lega possa intavolare presto trattare con il governo, con il ministro Speranza, la sottosegretaria Vezzali e il Cts. C'è ottimismo. Il calcio col pubblico è tutta un'altra cosa.

Un altro obiettivo della Lega maggiore è di chiudere il nuovo contratto tv, che andrà in vigore dal 2021 al 2024. Non è stato per niente facile, visto che quasi tutte le principali Leghe europee hanno accontentarsi di cifre più basse rispetto al passato. L'ad Luigi De Siervo, grazie alla sua forte esperienza nel settore, ha ottenuto un ottimo risultato, anche se c'è qualcuno, magari per partito preso, critica: il vecchio contratto prevedeva 1400 milioni all'anno complessivi, il prossimo dovrebbe avvicinarsi intorno ai 1250-1300 milioni. Dazn ha pagato 840 milioni per avere la fetta più consistente del campionato di serie A, Sky ha messo 87 milioni per tre gare, sul fronte dei diritti esteri (ma non è ancora chiuso, manca l'area Mena) sono arrivati 139 milioni da Infront, 57,5 in media da Cbs per il mercato Usa.

Mancano inoltre i diritti domestici della Coppa Italia e della Supercoppa - che si giocherà in Arabia Saudita: la nuova formula (serie A e Serie B, più quattro club di serie C, una vittoria di Francesco Ghirelli) dovrebbe interessare di più le emittenti. Ora la Rai paga 35 milioni all'anno: la Lega vuole superare quota 40 milioni. Il 7 giugno probabile un'assemblea per dare il via al bando. Come detto, alla fine, ci si dovrebbe avvicinare alla cifra attuale. Un successo, di questi tempi. Da considerare anche che la Lega ha risparmiato 55 milioni all'anno, quello che prendeva Infront come advisor. Ora si fa tutto in house, come fa la Figc.

Un altro tema è quello della riforma dei campionati: l'alleanza fra Gravina e Dal Pino è significativa, quasi sempre in passato Figc e Lega stavano su fronti molto lontani. Adesso i due presidenti sono così forti da poter imporre una vera riforma, graduale ovviamente per non stressare il sistema. Una riforma che vada però in vigore prima del 2024 quando partirà la con 100 gare in più e si dovranno trovare per forza nuovi slot. La nuova Coppa Italia aiuta un pochino, ma il traguardo è una Serie A a 18. Se ne parla da una vita, stavolta forse è davvero possibile. Anche perché così il sistema-calcio va in default visto che ci sono già 5 miliardi di debiti...

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