05/05/2021 07:23
Il primo tassello della rivoluzione romanista è stato ufficializzato: si tratta di Josè Mourinho, tecnico per cui Dan Friedkin ha una passione di vecchia data. L'idea è nata dopo l'esonero dal Tottenham, con la proprietà volata a Londra insieme al gm Tiago Pinto e al Ceo Guido Fienga. Trattativa e accordo blindato il 27 aprile, due giorni prima della disfatta di Manchester, poi avvocati e Jorge Mendes hanno fatto il resto. Il super agente contribuirà a dare una struttura alla Roma del futuro, senza stravolgere i piani di risanamento delle casse del club.
Esterni alti di qualità e quantità, centrocampisti fisici, bomber in attacco: queste le caratteristiche delle ultime squadre allenate da Mourinho che ha alternato tra 4-2-3-1 e 4-3-3.
La prima mossa sarà analizzare i giocatori della Roma attualmente in prestito: quello che ha più chance di restare è Justin Kluivert, che Mourinho apprezza - si ricorderà il colloqui tra i due dopo la vittoria dello United sull'Ajax nel 2017.
Il portoghese rilancerà senza dubbio Zaniolo, già corteggiato ai tempi del Tottenham. Ci sarà poi da risolvere anche il caso Mkhitaryan: non ha ancora messo la firma sul rinnovo di contratto che scadrà il 30 giugno e la scelta dello Special One potrebbe portarlo ad allontanarsi dalla capitale. Altre veccnie conoscenze: Pedro, Smalling e Santon. E ci sarà da risolvere il nodo Dzeko. Il bosniaco ha ancora un anno di contratto, ma potrebbe essere l'attaccante giusto da alternare a un bomber da 25 reti stagionali.
Sul mercato serviranno un paio di centrali, due esterni bassi - uno a sinistra e uno a destra -e un centrocampista da affiancare a Veretout. Per completare l'opera potrebbe arrivare anche De Rossi come allenatore in seconda, ipotesi che al momento non è confermata dal club.
Mourinho percepirà un ingaggio di 7.5 milioni di euro a stagione più bonus, ma grazie al decreto crescita il peso sulle casse giallorosse sarà di 5.3 milioni netti.
(Il Messaggero)