Adani: "Dzeko ha 35 anni. Dove sono finiti scouting e idee?"

10/08/2021 07:28

«Quando non ci sono soldi, l’unica alternativa è avere idee». Oggi all’ le seconde mancano quanto e più dei primi, secondo Lele Adani, ex difensore nerazzurro e noto volto televisivo, come spalla tecnica e opinionista. La manovra “out Lukaku, in ” ne sarebbe la prova.

Cosa non la convince dell’ingaggio del bosniaco?

«Innanzitutto il percorso con cui si è arrivati a lui. La mia impressione è che l’area tecnica dell’ si sia trovata completamente impreparata alla partenza di Lukaku e con il centravanti della Roma abbia fatto una scelta di comodo, quella più a portata di mano. Non la più logica o la migliore, anche con un budget ridotto».

Insomma, una toppa cucita in fretta per coprire la falla?

«Esatto. E lo dico con tutto il rispetto per , che è un campione, ma ha 35 anni. Può essere considerato ancora un titolare, non un investimento da società che pensa al futuro e di questo dovranno rispondere i dirigenti. Purtroppo c’è ancora il pregiudizio che un ragazzo di 20 anni non possa reggere l’impatto con San Siro, ma quanti anni aveva Icardi quando arrivò all’? Per Lukaku, poi, non si può nemmeno parlare di falla, quanto di cessione inevitabile e preventivabile: sei in un momento di difficoltà economica e non ti aspetti possa arrivare un’offerta per uno dei tuoi giocatori più forti? Che poi a 115 milioni di euro sarebbe stato da vendere a prescindere, Romelu... È il dopo che non capisco. Guardiamo a come lavora l’Atalanta, per esempio: quando vende, ha già le idee chiare su come e da chi ripartire. E allora un club come l’ è possibile non abbia una lista di talenti emergenti su cui andare mesi prima, sapendo quello che sarebbe potuto accadere?»

Però il tifoso dell’ conosce , Zapata e meno gli altri.

«E qui veniamo a un altro punto chiave: la chiarezza con i tifosi. Gli interisti lo meriterebbero più di tutti, sono stati i più presenti allo stadio, prima della pandemia. Hanno passione e sono in grado di capire la situazione problematica, se vengono guidati da una comunicazione trasparente, sincera. Cedere alcuni big e ripartire con progettualità e idee è un conto. Vendere e muoversi a tentoni un altro. E questa sensazione fa male al tifoso...».

(gasport)