09/09/2021 10:45
[...] Il bitcoin è una criptovaluta, una moneta virtuale, non emessa da una banca centrale, ma basata su una rete telematica, soggetta alle oscillazioni degli scambi su internet. [...]. I bitcoin sono arrivati anche nel calcio. Li chiamano fan token, il principio è lo stesso. Si comprano e si vendono con soldi veri - euro, dollari - e servono per garantirsi qualche privilegio: partecipare alla composizione della lista di canzoni da far risuonare allo stadio prima della partita; incidere sulle scelte di formazione per un’amichevole di secondo piano; accedere a contenuti esclusivi, giochi inclusi. Al momento sono più o meno questi i benefici assicurati a chi acquista i bitcoin della propria squadra del cuore [...].
Non siamo contro i bitcoin per pregiudizio, a patto che si sappia a quali rischi si va incontro. Stiamo sul semplice: poniamo di acquistare un fan token del Milan a un euro - quotazione nostra, del tutto inventata, non in linea con gli attuali valori - e di tenerlo nel cassetto per tre mesi, senza occuparcene. Novanta giorni dopo potremmo decidere di venderlo e scoprire che il nostro fan token rossonero si è rivalutato ed è salito a due euro di quotazione: wow, che bello. Al contrario potremmo incappare in un deprezzamento, accorgerci che la nostra monetina milanista è scesa a 50 centesimi. Siamo nei paraggi dei meccanismi della Borsa, però senza un ente regolatore come nel caso dei mercati azionari. Il bitcoin va su e giù alla maniera delle azioni, ma in un contesto di piena deregulation. [...]
(Gasport - S. Vernazza)