IL PUNTO DEL LUNEDI' - SORRENTINO: "La Roma è viva, eccome se lo è" - CARMELLINI: "L’abbraccio giallorosso al gol di Felix vale più di ogni altra cosa"

22/11/2021 09:53

La Roma si ritrova a Marassi contro il , lo fa sulle ali del classe 2003 Felix Afena Gyan, trascinatore dei giallorossi: "È il colpo di coda di Mourinho che mette il ragazzino per l’ultimo squarcio di gara, lascia Zaniolo in «punizione» e rilanciala sua Roma", scrive Tiziano Carmellini su Il Tempo. "Mourinho ha chiesto e ottenuto aiuto dalla sua cara vecchia Africa, che ama e da cui è riamato, sotto forma di un ragazzino ghanese che si chiama come suo padre, Felix Mourinho", così invece Andrea Sorrentino de Il Messaggero.

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


A. SORRENTINO - IL MESSAGGERO

Mentre in Inghilterra Cristiano Ronaldo si conferma il nuovo Ugolino, e in Francia segna il suo primo gol in campionato a novembre, è autunno Felix per Josè Mourinho, era ora, le cose a volte acquistano un senso all'improvviso, soprattutto se a indirizzarle c'è uno pratico, anzi uno Special, con la sua Africa. (...)  La classifica si accorcia, ne approfittano tutti per avvicinarsi tranne la Lazio, di nuovo loffia e sorpassata dalla Roma. Mourinho ha affrontato da califfo della panchina il micidiale combinato disposto di infortuni, attaccanti fuori fase, malumori interni e arbitri di petulante severità, ha ingoiato fango e commentini sarcastici su carrelli e bolliti, ha annaspato nell'emergenza assoluta con il forfait del positivo Cristante e l'esigenza di punire Zaniolo per insubordinazione (sarebbe ora diventasse una vera risorsa e non una grana, il ragazzo). Ne ha cavato fuori un Mkhitaryan splendido interno di metà campo e rifinitore, ha atteso invano Abraham, ha chiesto e ottenuto aiuto dalla sua cara vecchia Africa, che ama e da cui è riamato, sotto forma di un ragazzino ghanese che si chiama come suo padre, Felix Mourinho. E tutto assume un senso compiuto. Ora la Roma può lanciarsi, perché è viva, eccome se lo è. (...)



A. DI CARO - LA GAZZETTA DELLO SPORT

(...) Per Mourinho finalmente una serata Felix. La Roma ritrova il miglior Mkhitaryan e fa festa con Afena il diciottenne autore di due gol. Storia bellissima come la sua gioia a fine gara.


T. CARMELLINI - IL TEMPO

Sono serviti ottantadue minuti e l’ingresso di un diciottenne ghanese alla sua terza presenza in serie A, per sbloccare la Roma che interrompe la striscia negativa dopo i ko con Milan e Venezia. I primi gol di Felix, classe 2003, regalano ai giallorossi tre punti pesanti che valgono il sorpasso su , e Lazio e la quinta posizione a tre lunghezze dal quarto posto: che era e resta l’obiettivo stagionale. È il colpo di coda di Mourinho che mette il ragazzino per l’ultimo squarcio di gara, lascia Zaniolo in «punizione» e rilanciala sua Roma. Una squadra che ha trotterellato con palla piede, non riuscendo a concretizzare un vantaggio evidente e la pressione offensiva durata tutta la gara contro una squadra che in serie A è l’unica a non ave mai vinto in casa. Attaccanti troppo leziosi, in cerca della giocata che non arriva o troppo spesso in ritardo: ogni che va per conto suo. Invece il ragazzino, imbeccato dal migliore in campo fin lì Mkhitaryan, fa le cose semplici: piattone in corsa e Roma che vince la partita rovinando l’esordio in panchina di Schevchenko. Ma l’abbraccio giallorosso al gol del ragazzino vale più di ogni altra cosa, dei moduli, dei ruoli e anche delle gerarchie. Mourinho manda in campo un 3-4-1-2 che trova finalmente la giusta collocazione al kazako ma lascia a sorpresa (ma nemmeno tanto) in panchina Zaniolo: «scelta tecnica» a conferma che qualcosa in settimana è davvero successo tra il tecnico e il gioiellino giallorosso. Già, perché è inspiegabile come un giocatore così non riesca a trovare spazio in questa squadra che di problemi dimostra di averne moltissimi: e soprattutto di qualità. Ma Mourinho ha il polso dello spogliatoio e va per la sua strada: Zaniolo è meno centrale della «sua» Roma e alla fine la storia gli darà ragione. Una partita giocata praticamente a una porta, la Roma (in campo per la prima volta con la nuova terza maglia che lascia più di un dubbio su colori e grafica) dopo un quarto d’ora passa con Miki ma Irrati annulla. Poi Shomurodov sbaglia due cose clamorose: se la carriera dell’uzbeko fin qui non era mai andata oltre il forse qualcosa vorrà pur dire. Così, con Pellegrini a mezzo servizio (prende un botta sul solito ginocchio in avvio e rischia di uscire subito), Mkhitaryan al rientro dopo l’infortunio (comunque tra i migliori dei suoi) e Abraham ancora una volta troppo macchinoso e totalmente fuori dalla partita, ai giallorossi manca un guizzo in grado di prendere di sorpresa la retroguardia di casa sempre attenta. Il di Sheva è ben messo in campo e se gli lasci il tempo di serrare i ranghi lì dietro diventa difficile trovare il varco giusto. Ma la storia ha già scelto il suo protagonista e ha da poco compiuto diciotto anni. Quando Mourinho lo manda in campo nel finale in molti hanno pensato: è matto. Possibile che hai Zaniolo in panchina e fai giocare Felix? E invece sì, lo special one stavolta si dimostra tale, continua sulla sua linea, non guarda in faccia a nessuno e gioca il jolly. Il giovane gHanese, sei gol in cinque partite con la primavera giallorossa, lo ricompensa con una doppietta spettacolare. Roma 2, 0: quinto posto in classifica e tutti a casa… e poi vai a dirgli che non è «special».



G. DOTTO - CORRIERE DELLO SPORT

II primo a non crederci è lui, Felix, mai così Felix. Cerca conferme e le trova nello stupore e negli abbracci dei compagni. La stilettata liberatoria dell'1 a 0 sembrava già troppo per la storia di un diciottenne che doveva ancora iniziare. Il Baby euforico, appena entrato, pazzo di gioia, che andava a cercare il suo Mou per improvvisare un amplesso di gratitudine a vista era la copertina di una partita che stava maledettamente somigliando all'ennesimo, maledetto incubo. Mancavano pochi minuti, otto, all'ennesima cronaca da depressione profonda, quando lo sconforto giallorosso, ieri più giallo che rosso, era una macchia pruriginosa dalla panchina al campo. Ma non era finita. C'erano secchi di stupore e d'incredulità. Quando, a pochi secondi dalla fine, libero di testa e ispiratissimo di piede, Felix s'inventa una pennellata che se la fa rispolveri il tema del marziano e celebri messe laiche (...) Lui, l'azzardo, il baby dalla mente libera e dall'amplesso incipiente. Afena-Gyan. La mente libera. Due nomi in uno che da ieri sera sgomiteranno a festa nell'immaginario romanista sempre pronto alla fiamma. Tre punti. Era tutto quello che serviva. E l'occasione buona per rifarsi sotto lassù dove il mondo è più desiderabile oltre che respirabile. Ma non sembrava aria. La Roma si confermava una somma di malesseri. Una matassa di nodi. Ansie e timori alla vigilia. La terna da incubo, le due col Bodo e il Venezia, undici gol subiti e un punto, avevano tolto certezze, autorizzando il gioco preferito in città, quello al massacro. Si rischiava il peggio e quasi accadeva, il gol beffa del . Poi, Mou si ribella, ha uno dei suoi scatti folli, si volta, cerca e trova nel mucchio il suo bambino. Felix Atena-Gyan.



T. DAMASCELLI - IL GIORNALE

(...)  Marassi, sotto la pioggia, Mourinho ha estratto dal cilindro il diciottenne ghanese Felix Afena-Gyan, due gol spettacolari e ne parleremo a lungo, per venir via con una vittoria da Genova evitando critiche pesanti. Non una Roma lucidissima, considerato un disperato che la coppia Sheva-Tassotti non può guarire né oggi, né domani, ma Roma tenace fino alla fine con un solo problema: che fine ha fatto Zaniolo? Il campionato trova impreviste e improvvise spezie. Le coppe possono dare altre risposte