L'inchiesta che fa tremare il calcio. Juve, Cherubini 10 ore dai pm

28/11/2021 11:22

Un'inchiesta destinata a far tremare tutto il mondo del calcio. La Procura di Torino indaga sulle plusvalenze da calciomercato realizzate dalla : su 322 milioni contabilizzati negli ultimi tre anni, 282 arrivano da operazioni sotto la lente della Guardia di Finanza. Ma il faro della magistratura agisce in parallelo con quello della Consob e della Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio, che ha segnalato alla Procura della Federcalcio decine di operazioni sospette che riguardano anche altri club.

L'indagine mira anche a capire i rapporti fra la e Cristiano Ronaldo, ceduto in estate al Manchester United, cosi come le prestazioni di alcuni procuratori sportivi, per il sospetto che siano stati confezionati mandati fittizi per alcune trattative

L'inchiesta della Procura riguarda in gran parte le «operazioni a specchio», ovvero gli scambi di calciatori, e le cessioni di giovani dell'Under 23. Il primo a essere convocato in Procura come testimone è stato Federico Cherubini, nuovo direttore sportivo subentrato a Fabio Paratici di cui era il braccio destro. Un ruolo chiave il suo, come dimostra l'audizione di ieri che lo ha visto dieci ore sotto il torchio dei tre pm. Il verbale è stato secretato. Verranno ascoltati ora gli altri dirigenti Maurizio Arrivabene, Giovanni Manna e Paolo Morganti.

Tre mesi di intercettazioni nel periodo chiave del mercato hanno portato gli investigatori a ritenere che alla sia stato messo in atto un vero e proprio «sistema» per far quadrare i conti, correggere le perdite e truccare i bilanci negli esercizi dal 2019 al 2021. Un sistema che per gli inquirenti porta una firma precisa, quella di Fabio Paratici, ora al Tottenham. Secondo i pm Mario Bendoni, Ciro Santoriello e l'aggiunto Marco Gianoglio, sarebbe stato lui «l'artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze» che avrebbero permesso alla società di assicurarsi «un ingiusto profitto nei bilanci, nelle comunicazioni dirette ai soci esponendo consapevolmente fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica patrimoniale della ».

(La Repubblica)