04/01/2022 08:25
IL TEMPO (F. CICCIARELLI) - «Non esiste essere contrari a Pablito». Gianni Infantino entra a gamba tesa nel dibattito sull’intitolazione dello Stadio Olimpico di Roma alla memoria di Paolo Rossi. «Tutti gli italiani, e mi ci metto anche io - ha sottolineato il presidente della Fifa ai microfoni di Rai Radio 1 - come italiano all’estero, dobbiamo sostenere questa idea e questo progetto, nessuno ha avuto un impatto così positivo come Rossi su tutta una generazione di italiani, ha dimostrato che l’impossibile può diventare possibile». Eppure l’ordine del giorno votato alla Camera lo scorso 30 dicembre, su proposta del deputato Pierantonio Zanettin di Forza Italia, rischia di trasformare l’omaggio al campione in polemica. L’ipotesi, infatti, non scalda gli animi nella Capitale, poiché Pablito ha scritto pagine indelebili del calcio italiano ma al tempo stesso non ha legato la sua storia sportiva alla Città Eterna, non avendo mai vestito la maglia di squadre romane. Al punto che sono arrivate le prime prese di posizione della politica locale. «Ho trovato abbastanza surreale – ha spiegato in una nota Enzo Foschi, vicesegretario del Pd Lazio - il metodo usato per scegliere l’intitolazione dello Stadio Olimpico. Roma, nemmeno considerata e ascoltata, trattata come fosse una città coloniale e non la Capitale d’Italia. Nel merito la proposta di intitolare lo stadio a un grande e importante calciatore, per quanto prestigioso, cancella e mette in secondo piano la storia di tanti altri campioni e campionesse di tante diverse discipline sportive che nei decenni, in questo stadio, hanno gareggiato. Perciò il nome più giusto per lo stadio è stadio Olimpico».