05/02/2022 08:39
IL TEMPO (A. AUSTINI) - E alla fine parlò Mourinho. Si sentiva il bisogno a Trigoria di un intervento che spazzasse via le chiacchiere sul futuro di Zaniolo e riportasse il campo al centro dei pensieri romanisti. Detto, fatto, alla vigilia della gara di oggi col Genoa che riaprirà il campionato dopo la sosta, lo Special One sfoggia le sue doti comunicative per rimettere in ordine le cose. «Le parole di Pinto su Nicolò sono state del tutto normali. Per un direttore sportivo onesto è difficile dire che qualsiasi giocatore sarà qui al 100% nella prossima stagione. Probabilmente neanche il calciatore in questione sarebbe contento perché si vuole sentire libero. Bisogna essere maturi, è una parola chiave nel progetto della Roma, ma è una parola importante anche per voi - dice rivolto ai giornalisti - la risposta di Tiago è stata isolata dal contesto: serve maturità se non si vuole trasformare una frase onesta per fare prime pagine per una settimana».
Senza che gli venga posta un’altra domanda, il portoghese si dichiara «contento del mercato che abbiamo fatto. Se preferisco la campagna acquisti di altre squadre? Ovviamente sì. Ho vissuto al livello di Chelsea, Inter e Real Madrid, ma per il nostro profilo sono felice, perché oggi siamo più forti dello scorso 31 dicembre. Abbiamo perso quattro giocatori che non hanno giocato tanti minuti con noi e ne abbiamo presi due che in un paio di settimane hanno già giocato più di quelli andati via. Tornando a Zaniolo, nell’obiettivo di migliorare sempre, ovviamente i calciatori importanti devono restare sempre con noi. E lui come minimo sarà un nostro giocatore fino al 2024».
Potrebbe anche fermarsi qui, ma Mourinho ha voglia di parlare ancora. La sfida col Genoa va vinta «perché per noi - ricorda il tecnico - sarebbe molto importante fare successi di fila, davanti ai tifosi che tornano all’Olimpico. Ed è su questo che dobbiamo concentrarci, contro una squadra che ha cambiato allenatore e più di metà della rosa».
Martedì ci sarà la sfida all’Inter nei quarti di Coppa Italia, «ma in questi giorni - racconta ancora Mourinho - non abbiamo perso un solo minuto a parlare dei nerazzurri. Se sarebbe meglio per la Roma un trofeo o tornare in Champions? Finché la matematica dice che è possibile, dobbiamo provare ad arrivare quarti. È importante dal punto di vista economico e per giocare la competizione più importante. Ma quando arriva la Conference League, andiamo in campo e diamo tutto. Vincere credo che sia un "virus" positivo, non come il Covid. Per un modo di pensare e definire i tuoi progetti di vita. È un passaggio fondamentale e sarebbe molto importante farlo».
Quanto ai nuovi sistemi di allenamento mostrati in settimana in un video pubblicato dall’allenatore sui social, Mourinho spiega che «continuo a pensare che il modo più facile di vincere sia avere i giocatori più bravi. Ma, ovviamente, credo nei metodi e per questa ragione sono allenatore. Altrimenti farei il direttore sportivo oppure prenderei il 5% di un club».
C’è spazio anche per una riflessione tattica sul centrocampo che verrà. «Se pensiamo al futuro, abbiamo bisogno di un giocatore di qualità diversa, di un regista puro che non abbiamo». Arriverà anche quello. E Mourinho, quando parla, a mente fredda sembra avere ancora tutta la pazienza del mondo.