10/02/2022 09:12
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Una grande illusione. In questo si sta trasformando la Roma affidata dai Friedkin a Mourinho, l’allenatore che dovrebbe portare mentalità vincente, tramutando in risultati gli sforzi economici della proprietà che al momento spende di più in Italia. Già superata la quota di mezzo miliardo di euro di investimenti, ma a sette mesi di distanza dall’annuncio dell’ingaggio dell’allenatore portoghese e quasi 18 mesi dopo l’avvento dei texani, la Roma che si vede in campo non è una squadra competitiva ad alti livelli.
Fuori dalla Coppa Italia al primo ostacolo vero, sesta in classifica a pari merito con la Lazio a sei punti dal quarto posto - potrebbero essere sette se si conta la gara giocata in meno dall’Atalanta- la rincorsa alla Champions sembra una chimera e alla Roma non resta che aggrapparsi alla Conference League per sperare in una gioia stagionale. Un bilancio parziale non in linea con i costi della rosa (terzo/- quarto monte ingaggi della Serie A, i dati ufficiali non sono ancora noti) e lo stipendio dell’allenatore, che con i suoi 7 milioni e mezzo di euro netti più premi è dietro solo ad Allegri. I giallorossi hanno perso un terzo delle partite disputate sin qui nelle tre competizioni (11 su 33) e per la terza volta nella storia del club hanno raccolto sei sconfitte su sei gare disputate contro Juventus, Inter e Milan. Se fallissero anche l’ultima sfida di campionato da giocare con i nerazzurri si arriverebbe a 7 ko su 7 come mai accaduto dal 1927 a oggi.
Quello che preoccupa ancor di più dei risultati sono le prestazioni. E qui si deve tirare in ballo per forza di cose Mourinho, che non riesce a sfruttare neppure la qualità che lo ha sempre accompagnato nella sua gloriosa carriera: saper motivare i giocatori. Il carattere della Roma sembra lo stesso degli anni più recenti, debole di fronte alle prime difficoltà, capace di consegnarsi in partenza alle avversarie più forti (l’Inter in gol dopo 107 secondi martedì in Coppa è solo l’ultimo esempio) e di andare in difficoltà anche contro rivali più modeste. Di farsi rimontare 3 gol in 7 minuti dalla Juventus e di prenderne 6 dal Bodo Glimt. Bruttina da vedere e molto spesso noiosa, la Roma non riesce ad acquisire un’identità definita e si affida quasi esclusivamente agli strappi e alle giocate isolate dei suoi elementi migliori. Che si contano sulla dita di una mano. Inoltre non si vede un’evoluzione rispetto all’inizio e i singoli che sono cresciuti sotto la gestione di Mourinho sono pochissimi. L’allenatore stesso non si aspettava un rendimento così mediocre che non può essere giustificato da qualche evidente errore arbitrale che rischia però di trasformarsi in un enorme alibi.
I Friedkin non parlano mai ma sono molto delusi dal rendimento della squadra. Si aspettavano una svolta che non c’è stata con Mourinho e continuano a finanziare la società a «botte» da 15-20 milioni al mese per coprire i costi, senza vedere gli effetti di un investimento senza precedenti nella Capitale del calcio. Si andrà avanti con il tecnico di Setubal al quale hanno affidato anche l’immagine del club, ma è ormai chiaro che con questo livello di rosa Mou non è in grado di incidere. Chiederà altri acquisti in estate e tornerà a essere necessario qualche sacrificio. Ma se un primo anno sperimentale può essere concesso, la prossima stagione ha già le sembianze di un dentro o fuori. Per tanti, forse per tutti.