12/02/2022 10:25
Il lavoro degli scout, già cambiato nel corso degli anni, ha dovuto confrontarsi con la pandemia. Fino a qualche anno fa gli osservatori frequentavano con assiduità le tribune e presentavano dettagliate relazioni. Adesso la prima parte del lavoro viene svolta prevalentemente davanti a un video, che si tratti della semplice trasmissione tv di una partita o dell’analisi da parte di app o piattaforme specializzate. Tutte le società di Serie A danno un’occhiata a numeri e algoritmi, ma prevale un sistema misto in cui una prima scrematura viene effettuata davanti ai dati statistici e quella decisiva allo stadio. L’Atalanta, che negli ultimi anni ha scalato le gerarchie nazionali, si conferma all’avanguardia anche sotto questo aspetto: pur disponendo di uno dei migliori settori giovanili, dal gennaio 2021 si avvale della partnership con Wallabies, una delle piattaforme digitali più fornite e aggiornate al mondo. La Juve, legata con un contratto a Wyscout (come tutte le società di A), continua a mandare i suoi osservatori in giro per l’Europa. Il Milan ha 10 scout sul territorio italiano, 9 in movimento in Europa, 3 nel Nord Europa e 1 in Sudamerica. Gli otto osservatori dell’Inter si alternano nella visione di un campionato: di solito seguono tre nazioni a testa da settembre a dicembre, poi si ruota da gennaio a maggio. Il Napoli si appoggia a diverse piattaforme incrociando i dati per creare un “percorso di fattibilità”. Alla Roma Tiago Pinto ha creato una struttura con cinque collaboratori. La ricetta è quella ormai classica: dati, video e poi lo stadio. Tra i mercato sondati ci sono quello serbo, olandese, belga, croato, austriaco e danese. La Lazio si affida a Tare e alla sua rete di osservatori e conoscenti.
(gasport)