03/02/2022 08:48
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Da un futuro più che roseo ad un presente fuori rosa. La parabola di Alessio Riccardi è una delle più particolari dei tempi recenti in casa Roma e la sua storia sembra quasi incredibile rispetto alle alte, altissime, aspettative che il mondo giallorosso aveva su di lui.
L’inizio del tunnel (con la speranza che riveda presto la luce) per il centrocampista classe 2001 è stato rappresentato dal primo tentativo di un’esperienza lontano dalla Capitale: nella stagione 2020/21 va in prestito al Pescara, dove però riesce ad accumulare appena 211 minuti. Il tutto dopo aver fatto faville nel settore giovanile di Trigoria e aver esordito in prima squadra nel gennaio 2019 con la Virtus Entella, guadagnandosi anche lodi dal ct dell’Italia Mancini, che lo aveva indicato come possibile erede di fenomeni del calibro di Rivera, Antognoni, Baggio, Totti e Del Piero, parlando inoltre di un possibile futuro azzurro nel Mondiale in Qatar.
Il percorso al momento non è stato però così fulgido e nel mercato estivo non è stata trovata una soluzione per farlo giocare in prestito, con il ragazzo che è rimasto a Roma. Il club ha deciso quindi di preparare un piano di recupero per Riccardi, facendolo allenare con la Primavera, con cui ha collezionato soltanto tre presenze. In vista di gennaio era stato trovato un accordo con la Spal, pronta a garantirgli un contratto pluriennale: dopo un’iniziale apertura c’è stata un’inaspettata retromarcia e un rifiuto di Riccardi, con la Roma che è andata su tutte le furie e ha deciso di metterlo fuori rosa. Il suo contratto, rinnovato nel 2019 fino al 2023 con uno stipendio da 500mila euro netti annui, scadrà tra 18 mesi: Pinto proverà a trovargli una sistemazione, con l’auspicio che non ci siano nuovi intoppi.