24/03/2022 09:39
90 milioni di euro rimasti in cassa, che la Juventus potè comunicare con orgoglio. Una storia però entrata ufficialmente nell'inchiesta sui conti della Juve, che è valsa al club bianconero un'ulteriore contestazione di falso in bilancio.
Stavolta la contestazione riguarda le 4 mensilità a cui i giocatori avrebbero rinunciato a marzo 2020 sotto l'emergenza Covid. Secondo la procura, in relazione alla manovra stipendi 2019-2020 «non si sarebbe di fronte alla rinuncia di quattro mensilità ma al differimento del pagamento di tre dei quattro ratei in questione indipendentemente dalla ripresa o meno di quel campionato». Di cui la Juventus avrebbe beneficiato ottenendo un cospicuo risparmio «ma omettendo — si legge agli atti delle perquisizioni eseguite ieri mattina dalla Guardia di Finanza di Torino in numerosi e rinomati studi legali di Milano, Roma e Torino alla presenza dei magistrati titolari dell'indagine — di rilevarli come debiti a livello patrimoniale». Risparmio che ammonta a 67 milioni di euro.
L'upgrade dell'indagine registrato ieri è nato dal ritrovamento di «appunti manoscritti e corrispondenza di posta elettronica» a proposito di questi accordi avvenuto nelle precedenti perquisizioni nell'ufficio dell'avvocato Cesare Gabasio, Chief Legal Officer della Juve dal gennaio 2021. Negli atti dell'inchiesta emerge come questi file «non siano stati ritrovati durante le perquisizioni effettuate all'epoca nella sede societaria». Di più: «è emersa la prassi di custodire all'esterno della sede alcuni documenti riservati poi destinandoli alla distruzione una volta esaurita la funzione di garanzia».
Da qui i blitz negli uffici di alcuni avvocati che nel tempo «si sono interfacciati con i dirigenti della Juventus per le posizioni sui singoli giocatori ricevendo anche le bozze poi concordate e sottoscritte». Sempre ieri mattina è stata perquisita anche la sede della World Soccer Agency in relazione ai luoghi nelle disponibilità degli agenti Alessandro Lucci e Alessandro Lelli nonché di due commercialisti di Torino e Milano riguardo alle scritture private sugli accordi tra la società e i calciatori Aaron Ramsey, Danilo, Leonardo Bonucci, Juan Cuadrado e Dejan Kulusevski (estranei alle accuse).
(la stampa)