20/03/2022 09:19
IL MESSAGGERO - Antonio Manzini, scrittore e autore del noto personaggio Rocco Schiavone, ha rilasciato un'intervista al quotidiano, messo a confronto con un altro grande scrittore, Emanuele Trevi, tifoso però della Lazio. Le parole di Manzini:
Nella classifica delle rotture di cogl... secondo la nota graduatoria stilata dal vice questore Schiavone, il derby a che posto si trova?
«Fino a qualche anno fa al massimo, dietro soltanto a quelli che ti chiamano al telefono per offrirti nuove proposte di luce e gas. Ora è sceso di molto. Dopo Totti mi sono allontanato. Prima di Francesco ho amato molto Di Bartolomei. Da questo, si dovrebbe capire meglio il mio disagio attuale».
Schiavone è un vicequestore atipico, fuori dagli schemi, è contro il sistema, dice sempre quello che vuole. Trova analogie con Mourinho?
«No, no. Rocco è un poveraccio, Mourinho è un miliardario. Non ci trovo nulla di letterario in lui, non lo farei mai diventare il personaggio di un romanzo. Non so come sia nel privato, ma quando appare in pubblico ha un atteggiamento da guascone. Attaccabrighe, sfacciato, un po’ pâté de bourgeois anche se poi prende 7 milioni all’anno...Lui è costantemente su un palcoscenico, sa perfettamente di avere gli occhi puntati addosso e ogni gesto che fa non mi sembra naturale. Il calcio ormai è diventato un teatro continuo, una grande recita, una farsa con un copione scritto anche male».
È disamorato dal calcio?
«Da un certo tipo di calcio. L’altra sera ad esempio mi sono visto Brescia-Benevento. Ultimamente guardo le partite di serie B. Mi chiede, perché? Boh, non lo so. Mi piace anche la Premier League perché corrono molto e non rompono i cogl...in campo. Se toccasse a me rifare le regole del calcio, sarei molto duro. È pieno di simulatori e ignoranti. E poi è ora d’introdurre il tempo effettivo».
Tornando alla Roma, quali sono i calciatori che attualmente apprezza di più?
«Mi lasci pensare...Mkhitaryan e Zaniolo. No aspetti, quello che mi piace di più in realtà è Spinazzola ma si è fatto male e ormai ne ho perso le tracce. A proposito, mi spiega una cosa?».
Prego.
«Ma perché si fanno male sempre i calciatori della Roma? Negli ultimi anni penso che la percentuale dei calciatori infortunati in giallorosso sia stata la più alta non in Italia e nemmeno in Europa ma nel mondo».
Attualmente però è scesa.
«Sarà anche scesa ma è possibile che di tutta la nazionale italiana gli ultimi due infortuni gravi siano stati due romanisti? Speriamo che per il derby ci siano tutti».
Anche Schiavone è romano e tifoso della Roma. Tuttavia è stato costretto a lasciare la Capitale e trasferirsi ad Aosta per ‘punizione’. Lei invece da qualche anno ha scelto di lasciarla, spostandosi a Soriano del Cimino, come mai?
«Roma non mi piace più. Non la sopporto, non è vivibile, non gradisco come è stata amministrata, i romani per primi si sputano addosso. Non è rispettata, è sporca, non sono mai stati fatti lavori socialmente utili, tipo i trasporti. Muoversi è impossibile. Vivi in una città costosissima che in cambio, al di là della bellezza, non tidànulla.Ea49anni ho deciso che poteva bastare così».
Non è che ha pesato in questa scelta anche la battaglia persa del tramezzino nel tovagliolo?
«(Ride) È stato l’inizio della caduta, delle riflessioni. Quando il tramezzino è avvolto nel cellofan capisci che non c’è più nulla da fare e devi cambiare».
Quanto c’è di Manzini in Schiavone?
«Poco, soltanto le rotture di cogl...sono le mie. Quelle sono autobiografiche ma il resto no. Stiamo invecchiando insieme. Con l’ultima inchiesta, ‘Le Ossa parlano’ edita da Sellerio, siamo arrivati all’undicesima indagine. E tra poco tornerà in tv».
Lei è considerato l’erede di Camilleri. Cosa le ha lasciato l’amicizia con lo scrittore siciliano?
«Andrea mi ha insegnato a non prendermi troppo sul serio. Chi lo fa si copre di ridicolo».
Pronostico per il derby?
«Se consideriamo la gara con il Vitesse non c’è speranza. La vedo bruttina. Diciamo 1X2»
Scaramantico?
«Beh, rimango sempre un tifoso. E come tale non faccio pronostici. Portano male».