20/03/2022 08:12
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Cambia l’orario della conferenza stampa, giocando a distanza con Sarri. Si fa trovare dentro la sala di Trigoria dai giornalisti e, come tante altre volte in questi mesi, inizia a parlare in anticipo. «Ne mancano otto...ora sette...». José Mourinho fa il countdown delle domande, un po’ scherza un po’ non ha voglia di dedicare troppo tempo ai media. Ma prima di un derby non poteva rimanere in silenzio. Il titolo lo regala alla fine, con la penultima risposta. «La Roma che mi piace di più è quella che vince e domani (oggi, ndr) voglio una squadra che vince». Battere la Lazio dopo la sconfitta bruciante dell’andata e sorpassarla in classifica, un successo peserebbe tanto nella storia di questo campionato e del primo anno in giallorosso di Mourinho, che in carriera ha giocato partite ben più prestigiose di questa. «Non posso scegliere il derby più importante per me, ora è questo. Gioco per i tifosi della Roma, bisogna mettersi nella loro posizione: sono le persone più importanti per un club e penso a chi dà il sangue da quando è nato per questa partita». Sarà il primo con lo stadio pieno in casa della Roma dopo la pandemia, «ed è più bello - sottolinea Mourinho - perché il calcio senza gente non è calcio». Le domande da derby sono due. Su Pedro, scaricato e regalato alla Lazio, glissa: «Non racconto la storia perché se qualcuno deve farlo è Tiago Pinto. Se ha fatto 9 gol benissimo per lui e per la Lazio». A Zeman, che lo ha criticato riguardo al gioco della Roma, riserva invece una stoccata in pieno stile mourinhano. «Non ti aspetti che un allenatore con 25 titoli risponda a uno con due Serie B... Se mi fate una domanda su Trapattoni, Capello allora sì. Però Zeman, per favore, non posso rispondere». Di calcio si parla poco o nulla in questa vigilia. Giusto il tempo di applaudire i suoi per i tanti gol segnati negli ultimi minuti. «Se questa squadra ha una caratteristica che mi fa pensare che un risultato migliore è possibile, è che c’è sempre, fino alla fine». Qualità perfetta per un derby. A patto di saperla usare.