Presidenza di Lega, spunta il problema dell’incandidabilità

03/03/2022 10:17

La corsa alla presidenza della Lega di Serie A si fa sempre più complicata. Oggi dovrebbe essere il giorno della verità: oggi l'assemblea elettiva, basteranno 11 voti su 20 per arrivare al successore di Paolo Dal Pino.

Ma è possibile la strada sbarrata per alcuni dei candidati rimasti in lizza dopo la rinuncia del presidente della Confindustria, Carlo Bonomi. Si tratta soprattutto di Lorenzo Casini, capo di gabinetto del ministero della Cultura, il nome su cui si sarebbero spesi fra gli altri il presidente del , Aurelio De Laurentiis, e forse anche quello della Lazio, Claudio Lotito, che altre ricostruzioni vedono invece fra i sostenitori dell’altro candidato, Mauro Masi, anche lui con una posizione da verificare come presidente della Consap (la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici).

Il decreto legislativo 165/2001, il testo unico sul pubblico impiego, vieta infatti ai dipendenti che negli ultimi tre anni hanno esercitato poteri autoritativi e negoziali per la P.A. di "svolgere attività lavorativa o professionale presso i soggetti destinatari dell’attività della pubblica amministrazione  svolta attraverso i medesimi poteri". Nel merito Casini ha avuto a che fare con il calcio in occasione dell’inserimento della ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze nel Pnrr ed è stato interlocutore della per l’ottenimento dei permessi necessari per il nuovo centro sportivo di Bagno a Ripoli. Circostanze che consigliano quantomeno un approfondimento presso l’Anac sulla sua candidabilità.

Oltre alla questione della regolarità della sua possibile elezione, alcune proprietà straniere ( a parte) avrebbero delle perplessità su Casini e anche i grandi club non sarebbero convinti. Si potrebbe dunque continuare a cercare un altro nome o puntare sugli altri candidati, soprattutto sull’economista Lorenzo Bini Smaghi e sullo stesso Masi. Per tutto questo potrebbe prevalere l’ipotesi di prendere ancora tempo. La scadenza per l’elezione è fissata al 24 marzo, quando termineranno i famosi 45 giorni previsti dallo statuto necessari per evitare il commissariamento della Figc.

(Gasport)