30/03/2022 08:43
IL TEMPO (S. PIERETTI) - All’ombra della mezza luna, l’Italia torna a riveder le stelle. La vittoria contro la Turchia per tre a due non è né brillante, né consolatoria. Ma la squadra sperimentale presentata in campo da Mancini racchiude germogli preziosi. La Nazionale vince in rimonta, ribalta il risultato prima dell’intervallo legittimando ampiamente il successo nella ripresa. Un gol del romanista Cristante e una doppietta di Raspadori consentono ai campioni d’Europa di rialzare la testa: c’è ancora tanto da lavorare, ma anche questo è un inizio anche se la tristezza rimane. A Konya Donnarumma conferma il suo momento infelice: dopo quattro minuti l’ex romanista Under lo infila con un destro innocuo che gli passa in mezzo alle gambe: l’attaccante turco batte a rete centrando il bersaglio con il piede meno abile, il portiere italiano dà il peggio di sé. Ma saprà riscattarsi. Il ritmo della partita è direttamente proporzionale all’importanza della gara: l’intensità è modesta, l’animosità è inapprezzabile, la manovra è sgrammaticata. I padroni di casa - trovato il vantaggio - si preoccupano unicamente di presidiare la propria roccaforte; l’Italia nella prima mezz’ora propone una circolazione di palla scarsamente funzionale alle finalizzazioni: le giocate sono scolastiche - prevedibili - di facile lettura per l’avversario. Serve un calcio piazzato per scardinare la cassaforte; il pareggio arriva a dieci minuti dall’intervallo, sugli sviluppi di un calcio di punizione: il mancino di Biraghi è calibratissimo, lo stacco di Cristante è imperioso, l’incornata del romanista sorprende Bayindir sul primo palo. I padroni di casa accusano il colpo, Çalhanoglus baglia in maniera grossolana e gli Azzurri ne approfittano: Tonali serve Raspadori in area, l’attaccante salta Demiral, poi arma una conclusione senza pretese col sinistro che passa sotto le gambe per portiere. In quattro minuti la squadra di Mancini ribalta il risultato, in punta di piedi, senza urlare. Dopo l’intervallo Mancini lascia negli spogliatoi un evanescente Zaniolo per lasciar spazio a Zaccagni. L’Italia riparte con buona lena, gioca con minor pressione lasciando per strada le zavorre psicologiche. Çalhanoglu chiama ancora in causa Donnarumma su punizione, ma l’intervento del portiere italiano in questa occasione è apprezzabilissimo. Ora i padroni di casa alimentano la partita con orgoglio e animosità, l’Italia non si tira indietro; la ruvidezza dei contrasti regala alla kermesse le sembianze di una partita vera: Tonali piazza qualche punto esclamativo in mezzo al campo certificando una prestazione virile, quella di Cristante è ugualmente apprezzabile. A venti minuti dal termine, l’Italia trova il terzo gol, ancora con Raspadori che sfrutta un pallone vagante in area infilando Bayindir con un destro approssimativo, ma efficace. Nel finale Dursun accorcia le distanze sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Poi serve il miglior Donnarumma per togliere dall’incrocio dei pali una minacciosa incornata dello stesso centravanti turco: una parata che vale quanto un gol. Un arcobaleno dopo la tempesta