27/04/2022 09:13
È tutto nato «per gioco». Poi, poco prima dell’ultimo derby, è arrivata l’accelerazione. «Così siamo riusciti a sfatare o a confermare alcuni dei miti che circolano in città sulla Roma, sulla Lazio e i loro tifosi», spiegano Gabriele Pinto, dottorando del dipartimento di Scienze sociali ed economiche alla Sapienza e data scientist, e Filippo Celata, professore di Geografia economica alla stessa università. Le loro parole:
Da dove si parte per realizzare un lavoro tanto preciso?
«Dai dati di advertising di Facebook e Instagram, quelli che i social network utizzano per attrarre inserzionisti. Ci sono state critiche sull’uso e l’abuso di questo tipo di informazioni e così le aziende che le raccolgono hanno iniziato a distribuirli per la ricerca».
Che tipo di dati prendono in considerazione?
«Like, click, commenti, ricerche, termini utilizzati dagli utenti. Rientrano in algoritmi e processi di machine learning molto complessi. Si tratta di informazioni incredibilmente accurate. Lo studio si sarebbe potuto anche basare sugli abbonamenti, ma non avrebbe avuto lo stesso grado di accuratezza».
Miti e leggende. La vostra mappa quali può sfatare?
«Nella geolocalizzazione di romanisti e laziali, in genere si danno due letture. Si dice che i primi siano soprattutto nel quadrante centrale e Sud e che Roma Nord, più benestante, sia la casa dei biancazzurri. L’altra è che la Lazio riesca ad attrarre di più tifosi di fuori Roma».
Il vostro studio, visto che i Friedkin sembrano molto sensibili al tema dei tifosi, potrebbe aiutare la Roma a trovare la location più giusta per il nuovo stadio?
«Crediamo che una scelta del genere si debba basare non tanto sulla distribuzione emotiva del tifo in città, quanto su valutazioni urbanistiche. Alcune scelte in passato sono state discutibili. L’importante è trovare una posizione in cui lo stadio possa essere servito adeguatamente dai trasporti su ferro».
(La Repubblica)