13/04/2022 07:50
L’impressione è che José Mourinho viva per notti così, come quella di domani sera. Uno stadio pieno - d’amore e di tifosi -, la sfida in notturna, una semifinale europea in palio: non sarà Champions e neppure Europa League, non sarà Barcellona ma Bodo, eppure l’attesa è alta e la voglia di prendersi una rivincita anche. Mourinho si affiderà anche ad un po’ (un bel po’) di esperienza: la sua. Che di rimonte, in carriera, ne ha fatte parecchie. Impossibile dimenticare quella del 2014: lui allenava il Chelsea, l’avversario era il Psg pieno zeppo di stelle, tra cui Ibrahimovic, e all’andata i francesi si imposero per 3-1, ma a Londra il Chelsea vinse 2-0 con i gol di Schurrle e Demba Ba. L’eliminazione di Ibra e compagni era arrivata quasi dieci anni dopo quella al Barcellona, sempre con il Chelsea. Era l’anno 2005, all’andata a Barcellona era finita 2-1 con l’espulsione di Drogba che aveva fatto impazzire Mourinho. Il ritorno fu una bolgia: il Chelsea andò sul 3-0, il Barça rimontò grazie alla classe di Ronaldinho e giunse sul 3-2 ma, ad un quarto d’ora dal termine, un colpo di testa di Terry regalò rimonta - e passaggio del turno - al Chelsea. E pensare che solo l’anno prima, con il Porto, Mourinho era stato protagonista di un’ altra rimonta, in Champions contro il Manchester: lo United aveva in pugno la qualificazione (gol di Scholes a rovesciare l’1-2 dell’andata) ma al 90’ segna Costinha e da lì nasce la meravigliosa storia del Porto.
(gasport)