10/04/2022 09:35
Dopo poco più di un decennio il fair play finanziario viene congedato dalla Uefa. Lo scorso 7 aprile il Comitato Esecutivo di Nyon ha approvato il nuovo Regolamento in materia di licenze per club e sostenibilità finanziaria.
La Uefa ha concordato con i club e le Leghe le nuove misure che entreranno in vigore da giugno e che hanno tre pilastri distinti. Anzitutto la solvibilità: i debiti in scadenza verso altre squadre, dipendenti e fisco dovranno essere saldati entro il 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre (e al massimo liquidati entro 15 giorni dalle scadenze). In caso contrario, scatteranno sanzioni finanziarie e sportive secondo una griglia ben definita, che terrà conto di gravità degli inadempimenti (in particolare oltre 90 giorni) e recidive.
Per quanto concerne la "football earnings rule", se finora veniva ammesso un deficit triennale di 30 milioni, in futuro si salirà a 60 milioni (90 per i club in buona salute finanziaria). Tuttavia, tra i costi rilevanti rientreranno anche quelli fin qui esclusi dal computo perché considerati virtuosi (infrastrutture e vivai). La novità più marcata riguarda la "squad cost rule": non si potrà spendere per gli stipendi di giocatori e allenatori, ammortamenti dei cartellini e commissioni degli agenti più del 70% delle entrate (incluse le plusvalenze). Per consentire ai club di rimettersi in carreggiata la Uefa ha previsto che questa percentuale sarà pari al 90% nella stagione 2023/2024, all'80% nella stagione 2024/2025 e al 70% in quella successiva. Questo parametro però rischia di cristallizzare l'oligopolio calcistico europeo, mettendo i club con più ampio giro d'affari in posizioni privilegiate.
(Il Sole 24 Ore)