16/04/2022 08:03
Il tempo è un’astrazione è lo si capisce anche dalla parabola di Nicolò Zaniolo. Dopo il doppio infortunio alle ginocchia che gli ha fatto perdere quasi un anno e mezzo di carriera, il vero ritorno sulla scena calcistica non è stato ad agosto scorso contro il Trazbonspor, ma due giorni fa col Bodo. La tripletta contro i norvegesi – che è valsa la qualificazione alle semifinali di Conference League– è sembrata l’epifania di un campione ritrovato.
La rinascita è figlia dello scrostarsi della ruggine dovuta al lungo stop? Al “bastone” di Mourinho che lo ha tenuto fuori in un paio di match a cui teneva tanto (Spezia e Lazio)? Alla pazienza di Nicolò nel sopportare la sorte avversa senza polemiche? Alla capacità di adattamento in sistemi di gioco che non sente suoi fino in fondo? Meriti e colpe, come sempre, sono da condividere. Ma ciò che conta è che Zaniolo sia tornato.
Con i parametri Uefa che stanno per scattare, è inutile nascondere che una eventuale cessione dell’attaccante rappresenterebbe una ottima plusvalenza per la Roma. Con grande onestà, sia Pinto che il giocatore hanno detto che la permanenza non è certa. Ma Nicolò a Roma sta benissimo e resterebbe volentieri, a patto di sentirsi al centro del progetto. Il che significa avere un rinnovo di contratto sulle cifre di Pellegrini (circa 6 milioni con i bonus).
(Gasport)