06/05/2022 07:53
«Vittoria di famiglia». José Mourinho è stremato al fischio finale, esce dal campo con le lacrime agli occhi. Ha ottenuto una finale che a Roma non si vedeva da 31 anni, grazie a un gol di Tammy Abraham che ha voluto a tutti i costi la scorsa estate, che continua a pungolare anche dopo un risultato storico: «Mi rifiuto di parlare bene di lui. Può fare meglio. Lui e gli altri, anche chi era in panchina, fanno una famiglia. Adesso vinciamo la finale».
Famiglia, parola ricorrente per definire il suo gruppo di lavoro che non ha lo lasciato solo nel momento più importante della stagione: «Mi ha reso felice. Abbiamo fatto una gara straordinaria, quando il tuo portiere fa due parate in 180 minuti contro una squadra di Premier è perché qualcosa di buono abbiamo fatto. La mia emozione, la mia gioia, con gli anni si diventa meno egocentrico e più 'papà' del gruppo, per non dire nonno che è ancora presto. Sono contento per tutti».
Se Mourinho conosceva, in parte, il calore della tifoseria romanista, Abraham se ne è reso contro nell'ultimo anno. José lo ha tenuto in campo fino all'88' anche se dieci minuti prima ave va chiesto il cambio. Mou gli ha detto di continuare: «Per questa squadra do tutto quello che ho. La Roma meritava una finale da tempo: sono felice che l'abbia raggiunta. Mi sono subito innamorato di questo pubblico. Mi sento a casa, è come se vivessi e glocassi qui da tanti anni». Con 25 reti al suo primo anno nella Roma, Tammy ha scavalcato Rodolfo Volk.
(Il Messaggero)