27/05/2022 08:33
Roma non è una città per grandi eventi. Lo certifica il mancato passaggio del pullman dei giallorossi al Circo Massimo, lasciando a bocca asciutta i tifosi (in attesa anche dalle 9 del mattino) e contemporaneamente bloccato nel traffico il resto della città. Ieri lo strabordante amore dei romanisti ha spinto la parata dei campioni fuori dal tragitto stabilito con la polizia e annunciato sui social. Effetti di un entusiasmo travolgente, certo. Ma anche di un’organizzazione frettolosa. I segnali? Evidenti sin dai primi passi mossi dal bus dei giocatori. Partiti da Trigoria, arrivati a ridosso del centro storico, nel tratto finale di via Cristoforo Colombo i tre torpedoni scoperti con i calciatori a bordo erano già circondati da motorini bardati a festa e da automobili lanciate in un corteo infinito. Una processione che ha finito per tappare l’arteria che collega Roma ad Ostia, paralizzando il traffico in entrata per ore. Le stesse che il pullman di capitan Pellegrini e compagni, circondato da una trentina di steward e scortato dal reparto mobile della polizia, ha impiegato per percorrere viale delle Terme di Caracalla e poi cambiare percorso. Nessun giro attorno al Circo Massimo. A piazza di Porta Capena, per questioni di sicurezza, la questura ha intimato alla Roma la svolta a destra. Mourinho e la coppa, inghiottiti dall’abbraccio di centinaia di migliaia di tifosi giallorossi, dritti verso il Colosseo. Senza passare per il catino delle vittorie romaniste. Una deviazione improvvisa, non gestita. Decisa da una calca priva di punti di riferimento. Nessun palco al Circo Massimo, nessun ritrovo ufficiale. Solo la comunicazione di un tragitto di massima. E che di massima in effetti si è rivelato. Tanto da spingere il Campidoglio a mettersi in contatto con prefettura e questura per avere aggiornamenti sulla situazione. Confusione, disservizi. Fortunatamente senza feriti, ma con qualche episodio da bollino rosso. Come la gran paura per un tifoso di 40 anni svenuto per un malore e raggiunto dall’ambulanza, intrappolata tra la folla al pari del bus romanista, per 27 interminabili minuti.
(La Repubblica)