07/05/2022 08:56
José Mourinho non ha usato giri di parole: "Questa è una vittoria della famiglia, della famiglia in panchina e dello stadio. Questo è il nostro merito più grande, questa empatia, questo senso di famiglia". I Friedkin hanno capito subito l'enorme potenziale del club: "Riteniamo che la Roma sia un po’ come un gigante addormentato". E i Friedkin hanno svegliato il gigante, affidandolo alle cure di un tecnico che vive per la vittoria e la vive come una necessità. Lo Special One ha avuto bisogno di tempo per comprendere cosa fosse la Roma, anche grazie all'aiuto di "quel pazzo romanista" di Giovanni Cerra, un suo collaboratore di lunga data. Ha toccato con mano il fiume di amore che lo ha travolto dal primo giorno, nonostante alcune tappe a vuoto. “Papà” José ha rimproverato i suoi ragazzi e ha indicato la via: "Ho detto ai ragazzi che loro devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro". La Roma di inizio stagione era timida e traballante, ora c'è un gruppo di amici e fratelli, pieni di difetti, ma con una grande voglia di mettere tutto in campo. Mourinho ha capito cosa serviva a questo gruppo per diventare un'armata invincibile: allargare la famiglia. Un sold out dopo l'altro i tifosi romanisti hanno abbracciato la Roma, riuscendo a colmare anche le mancanze della rosa giallorossa. "Mai sola mai", canzone consiglia da capitan Pellegrini: "Piace ai giocatori? Mettiamola allo stadio". Dopo multe e scontri con la Lega ha vinto ancora una volta lui. Si canta dall'inizio alla fine. Le corse a bordo campo, la capacità di ignorare i capricci di Abraham, come contro il Leicester, Mourinho bastona, abbraccia e piange, come un padre di famiglia.
(La Repubblica)