27/05/2022 08:22
Quel bus scoperto rimasto per ore quasi immobile nello stesso posto, con la città festante ai suoi piedi, sembra quasi un monito. Su José la capitale ha avuto un effetto simile alla piscina di Cocoon: lo ha rinvigorito, prima di tutto nelle ambizioni. A Roma ha riscoperto l’amore. E ha accettato di ripartire dal basso. Tornare a sentirsi un vincente però ha riacceso il suo spirito: guardare la vetta da lontano non gli basta più. La sua ambizione è decisamente superiore al valore attuale della sua squadra. E sa di aver conquistato un grosso motivo per meritarla. Questa stagione gli ha restituito un grande appeal internazionale e un certo mercato. Ma la sua priorità, lo ha detto, è restare a Roma. Solo che dalla Roma vuole di più. Di certo la proprietà s’è appassionata grazie a lui: prima guardava gli allenamenti da una torre o dal balcone. Martedì era in panchina a Trigoria. Mercoledì in campo a Tirana con la coppa. La priorità è una: alzare il livello. Puntellare. Ma non solo. La coppa ha messo nero su bianco chi può far parte della Roma che verrà. E chi no. Le certezze sono Rui Patricio, Mancini, Smalling, Pellegrini, Abraham, oltre al giovane Zalewski, a Spinazzola, a Karsdorp. Mkhitaryan, in scadenza di contratto, ha dato la sua parola all’Inter. Facendo infuriare la Roma, che aveva offerto più o meno le stesse cifre. Ma per fare il salto serve un leader. È questo lo sforzo che chiede José: l’acquisto di un calciatore al di sopra delle possibilità attuali della Roma. Non Dybala, nonostante la piazza ai piedi del Colosseo chiedesse ai Friedkin di prenderlo. Meglio un centrocampista, un regista, una guida. Che incarni la smania per la vittoria dell’allenatore. Poi certo, serve tanto altro: José stima il mediano serbo Matic, suo pretoriano storico, e il regista del Sassuolo Maxime Lopez. Apprezza Bernardeschi e moltissimo Perisic, nome sulla sua lista già un anno fa.
(La Repubblica)