22/07/2022 08:29
IL MESSAGGERO - Nemanja Matic, centrocampista arrivato alla Roma in questa sessione di mercato, ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva ai microfoni del quotidiano. Ecco le sue parole.
Cosa può regalare Dybala alla Roma?
"È un ragazzo che porterà quella qualità extra che sarà necessaria per ottenere dei risultati in futuro. Ho giocato contro di lui e so quanto può essere pericoloso. È il profilo giusto per noi".
Non ha avuto remore a lasciargli la maglia numero 21?
"No, figuriamoci. Me lo aveva già accennato la società. Poi quando è arrivato qui me lo ha chiesto lui e gli ho detto che non c’erano problemi. La maglia numero 8 è quasi un inedito per me: l’ho presa una volta soltanto in nazionale".
Lei ha giocato con tantissimi campioni. Dybala le ricorda qualcuno in particolare?
"Paulo è un trequartista vecchia maniera che può giocare anche da seconda punta. Un profilo che nel calcio moderno figura sempre meno. Se devo proprio fare un nome, dico Mata al massimo dello splendore. Per intenderci quello che vinse da protagonista il Mondiale e l’Europeo con la Spagna. Sono quei calciatori che riempiono gli stadi e con un tocco risolvono la partita".
Matic invece cosa può regalare alla Roma?
"Con la mia esperienza posso portare stabilità in campo e aiutare i giovani e il gruppo a migliorare".
Quale deve essere l’obiettivo stagionale?
"Difficile dirlo oggi dove saremo a maggio. Pensiamo ad una partita alla volta, quindi alla Salernitana, senza proclami. Poi vedremo".
Lo sa che ascoltandola sembra di sentire parlare Mourinho?
"Non per nulla sono il centrocampista che dopo Lampard ha giocato più gare con lui (ride, ndr). È evidente che dentro di noi vogliamo vincere qualcosa. Ma è inutile dirlo a luglio, tutto qui".
In questa prime settimane di Roma, c’è un giocatore che ha catturato la sua attenzione?
"Preferisco soffermarmi sui ragazzi. Sì, ce ne sono un paio. Uno è Volpato. Si vede subito che ha qualcosa di diverso nelle gambe. Ha grande potenziale. E poi ce n’è un altro. Sono combattuto se fare il nome perché è un ragazzino di 16 anni e meno se ne parla meglio è. Tanto ormai si sarà capito, mi riferisco a Ivkovic. Ma lasciatelo stare, deve crescere".