07/07/2022 09:18
La Roma è ad un passo dall'uscita dalla Borsa. I proprietari americani considerano questo step necessario per snellire la struttura societaria ed agevolare operazioni economico-finanziarie. Ieri sono state registrate circa 3 milioni di azioni vendute pari allo 0,5 del capitale sociale. Domani sarà l'ultimo giorno disponibile per aderire e consentire alla Roma di uscire da Piazza Affari. Per raggiungere il delisting la società controllante "Romulus and Remus" deve arrivare al 95% del capitale sociale ed al momento è a quota 92,5%. Questa operazione è iniziata lo scorso 13 giugno e per cui i Friedkin hanno stanziato un budget di circa 36 milioni.
Lo scorso 11 maggio il presidente inviò una lettera agli azionisti: "Abbiamo già investito ingenti risorse finanziarie, tempo e impegno, che hanno consentito al club di emergere dalla crisi più forte di prima. Siamo fiduciosi di poter dire che il futuro del club che tutti noi amiamo sarà luminoso". Dato che probabilmente non si riuscirà ad arrivare subito al 95%, è possibile che venga chiesta una proroga di sette giorni alla Consob.
Inoltre, per invogliare tutti gli azionisti a vendere, è stato studiato un "loyalty program" in stile Nba denominato "Assist club", grazie al quale i possessori delle quote potranno godere di numerosi vantaggi come una cena con il presidente o incontrare Mourinho e tanto altro. Se la Roma riuscisse ad uscire dalla Borsa, la società potrebbe risparmiare circa 7 milioni d'anno, mentre qualora non raggiungesse la quota del 95% scatterebbe il piano B già approvato dalla Consob. Si tratta di un nuovo aumento di capitale riservato con esclusione del diritto di opzione in combinazione con una fusione inversa della holding italiana dentro la quotata As Roma Spa. In questo caso, però, il programma fedeltà sarà cancellato anche per chi ha aderito nei tempi giusti. I Friedkin rimangono comunque ottimisti.
(Il Messaggero)