01/08/2022 08:23
Il ritorno da Israele, per la Roma, in qualche modo ha la leggerezza della comprensione. È una comprensione a doppio binario. José Mourinho ha convinto la squadra che il Quadrato Magico è uno spazio tecnico-tattico in cui trovare il futuro. Posti tutti i limiti che occorrono a una amichevole avere la meglio su una delle attuali grandi d’Inghilterra ha fornito certezze: la conferma che schierando insieme quattro giocatori dal potenziale offensivo come quello fornito da Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham rischi per gli avversari sono costanti. Davanti, poi, questa Roma è da effetti speciali. Pellegrini è il paradigma della duttilità, visto che può essere efficace sia da centrocampista puro che da trequartista. Zaniolo sembra essersi definitivamente messo alle spalle il doppio infortunio ed è in grado di esprimere quella potenza in campo aperto che lo fa diventare devastante. Dybala non ha bisogno di presentazioni: è genio e classe. In difesa davanti a una garanzia come Rui Patricio ci sono quei tre. Se Mancini e Ibanez continuano il loro processo di crescita, Smalling sta diventando una sorta di miracolo di longevità agonistica.
Un altro motivo di ottimismo è dovuto alla rosa. Segnalato come nella scorsa stagione il numero degli infortuni muscolari si sia ridotto di circa iltrenta per cento, Mourinho ha davvero due giocatori per ruolo o quasi. E tutto questo, in attesa di poter inserire anche Wijnaldum e Belotti. Il valore aggiunto determinante, però, è quello messo in campo dalla proprietà e dall’allenatore. Se dello Special One, l’uomo dei 26 titoli si è detto tutto, è giusto sottolineare come i Friedkin in due anni abbiano investito per la Roma circa 619 milioni, più i 37 milioni che sono serviti per uscire dalla Borsa.
(gasport)