07/09/2022 07:52
Quando sei uno degli ultimi arrivati in un gruppo e decidi, insieme al capitano, di essere tra i primi ad andare a chiedere scusa ai tifosi dopo una sonora sconfitta, significa una cosa sola. Anzi due: che di quel gruppo sei un leader e che non hai paura a prenderti le tue responsabilità. Paulo Dybala, in neppure due mesi di Roma, ha capito tutto questo. È entrato nello spogliatoio in punta di piedi, ma ha cercato di mettere al servizio di tutti la sua esperienza: ci sono i più giovani, come Ibanez, con cui ha legato tantissimo, o Bove, a cui dispensa consigli, e ci sono i più esperti, come Matic, con cui va a cena e parla di calcio e di vita. Un po’ in italiano e un po’ in inglese. Non solo: Dybala, passo dopo passo, si sta scrollando di dosso le ruggini degli ultimi mesi bianconeri per scoprire una città che lo ha abbracciato da subito e sente sempre più sua. Non ha ancora scelto dove andare a vivere perché, giustamente, vuole prendersi i suoi tempi: a Casal Palocco, dove viveva Batistuta, lo aspettano, ma c’è pure chi sogna di vederlo in zona Appia Antica (dove abita Smalling e dove viveva Balbo). C’è chi se lo aspetta ai Parioli, magari a metà strada tra i Friedkin e Mourinho, e chi invece spera che scelga l’Eur, per stare accanto al suo partner d’attacco: Abraham.
(gasport)