14/10/2022 07:42
IL TEMPO - «Siamo ancora vivi». José Mourinho esce dall'Estadio Benito Villamarin col sollievo di chi temeva un capolinea anticipato. Questo pareggio di certo non dà alcuna garanzia ma quantomeno lascia i giallorossi padroni del loro destino. «La pressione era tutta su di noi - spiega il tecnico - era come se fosse una gara a eliminazione diretta, perdendo eravamo quasi fuori. Nel primo tempo hanno giocato meglio loro ed emotivamente è stato difficile andare sotto nel punteggio. Nella ripresa siamo migliorati tantissimo, sentivo in panchina che avremmo potuto vincere ma anche uscire sconfitti. È un punto molto importante e un pareggio che descrive bene la gara». Ma anche stavolta Mou ha diverse cose da rimproverare ai suoi. «L’azione del gol loro mi ha ricordato quella che ha portato alla punizione di Vlahovic a Torino. Non si può giocare dal "basso" senza accorciare le distanze e perdere palla così. E poi non mi sono piaciuti i due attaccanti nel primo tempo, non erano mai «connessi» fra loro, troppi errori. Abraham e Belotti sono stati un disastro, sono rientrati in campo con le orecchie rosse per come gliele ho "tirate", nello spogliatoio ho parlato anche dei tifosi venuti in trasferta a vederci con tanti sacrifici. Quello che è veramente cambiato nella ripresa non è tanto l’ingresso di Camara, ma che sono migliorate proprio le due punte. Hanno lavorato bene insieme, non è facile per una difesa affrontarli se giocano come nel secondo tempo. Mi è piaciuta la reazione di tutta la squadra :cuore, carattere e strategia». Poi spiega così le scelte «conservative» nel finale. «Purtroppo per noi era questione di vita o morte, avrei fatto dei cambi diversi per provare a vincere, ma dovevamo giocare con la testa. Siamo ancora vivi e adesso dobbiamo restare in piedi in queste otto partite tra campionato e coppa prima della sosta. Poi torneranno Dybala e Wijnaldum e avremo più opzioni». Qualcuno auspica addirittura la retrocessione in Conference League per provare a rivincere il trofeo, ma Mourinho non fa calcoli. «Non dobbiamo guardare ai risultati delle altre gare del girone, ma a noi. Non sarà facile passare il turno, dovremo andare a giocare su un altro campo di "plastica" a Helsinki come l’anno scorso in Norvegia, restiamo comunque padroni del nostro destino e vogliamo arrivare secondi. Per come si stanno mettendo le cose ho la sensazione che gli "squali" che stanno fallendo in Champions scenderanno tutti in Europa League: nel caso ci divertiremo a sfidarli. Se invece dovessimo chiudere terzi e finire in Conference League, saremo una delle candidate a vincere il torneo». Pensarci adesso, però, sarebbe da perdenti.