07/11/2022 07:58
IL TEMPO (A. AUSTINI) - C’è qualcosa di maledetto nei derby di Zaniolo. Una storia fatta di pali, grandi parate, esclusioni e rabbia. Se esiste una squadra che Nicolò ha più piacere a battere è proprio la Lazio, perché lui si sente più romanista di quanto possa sembrare e ha ingaggiato negli anni un duello a distanza con la tifoseria rivale, che lo ha preso spesso di mira. Ma in cinque anni, di cui un paio saltati quasi per intero a causa degli incidenti alle ginocchia, non solo non ha mai segnato un gol ai biancocelesti ma è neppure riuscito a batterli. Zaniolo ha infatti giocato quattro stracittadine, ne ha pareggiata una 1-1 nel 2019, poi sono arrivate tre sconfitte. Compresa quella amarissima di ieri. Se c’è stato un momento in cui la partita poteva girare era sul suo sinistro potente deviato da Marusic. La palla ha scavalcato Provedel, ma ha colpito la traversa. Di nuovo un legno sotto la Curva Nord, il terzo della stessa porta se si contano i due pali che ha colpito proprio nell’unico derby che è riuscito almeno a pareggiare. Due bolidi sempre di sinistro, due azioni in fotocopia, con lo stesso epilogo. Nella prima sfida della scorsa stagione ci ha pensato invece Reina, con una parata quasi irreale, a togliere dal «sette» un gol di Zaniolo che sarebbe stato fra i più belli della carriera e lo avrebbe reso senz’altro il «man of the match» dopo che era stato lui a procurarsi il rigore del 3-2. E al ritorno, quando la Roma si è presa la rivincita, Mourinho ha tenuto Nicolò in panchina per tutta la gara. La prossima occasione è a marzo 2023. Prima o poi la ruota girerà.