18/12/2022 08:04
IL TEMPO (M. JURIC) - Procrastinare per sopravvivere, sperando il futuro sia migliore. Una tendenza passiva che pervade la squadra di Mourinho ormai da mesi, da quando quel maledetto infortunio di Dybala ha cliccato un enorme tasto pausa su tutte le vicende della Roma. Sopravvivendo in campionato, aspettando gli infortunati, rimandando i rinnovi di contratto, carpendo in anticipo le ambizioni altrui e scansando i problemi. Gerundi come se piovesse in attesa che smetta. Sì, ma cosa? A seconda dell’attesa cambia il colpevole: infortuni, risultati, motivazioni e il grande ombrello della sfortuna. In questo momento in casa giallorossa sembra tutto fermo, nonostante la ripresa della Serie A sia dietro l’angolo e questi 52 giorni di stop sarebbero dovuti servire a tutto, tranne che all’immobilismo. La squadra soffre, subisce, non vince e gioca male, tanto con il Cadice in amichevole quanto con il Torino un mese fa. Tutta la squadra appare poco equilibrata, nonostante i tentativi di cambio modulo e interpreti. Gli attaccanti continuano a non segnare e degli agognati miglioramenti «alla ripresa» non se ne vede l’ombra. In più gli umori che si percepiscono non fanno ben sperare, a partire dall’allenatore fino ai giocatori spenti visti in Giappone e in questo inizio di ritiro.
Sono amichevoli, è vero, ma è l’entusiasmo, la voglia e la fame che attualmente sembrano mancare a tutti. In più per i rinforzi nel mercato di gennaio è meglio chiedere altrove. A questo panorama turbolento si aggiungono le voci sul futuro di Mourinho, alimentate da tutti e nessuno. Il portoghese fa sapere di voler rimanere alla Roma e per adesso non pensa ad un futuro lontano dalla Capitale. La Roma informa che all’allenatore non verrà dato l’ok per un doppio incarico e in caso di avances portoghesi, ci sarà una lauta clausola da pagare. Tutti dicono, ma nessuno davvero fa chiarezza. E intanto i rumors galoppano a seconda delle convenienze strategiche del cocchiere. Ma parlare a nuora perché suocera intenda inizia ad essere un pericoloso percorso che può fare solo male alla Roma. Intanto il countdown avanza, meno 17 giorni alla ripresa della Serie A.
Tanti, troppi per trovare risposte dal campo. E allora su con l’ombrello, dalle fattezze di Wijnaldum e Dybala e di una squadra a parole «contenta di lavorare, con motivazioni e concentrazione». Roma-Bologna deve essere il porto sicuro di una nave scossa da troppi venti. Ma con la chiarezza che si soffia tutti dalla stessa parte per gli stessi obiettivi. Almeno per quest’anno. Tornando a spingere il tasto play, perché ci sono ventitré partite di Campionato, più una Coppa Italia ancora da iniziare e un’Europa League da giocare.