16/01/2023 11:37
"La Roma non è bella, ma ottiene risultati", scrive Fabio Bianchi sulla Gazzetta dello Sport all'indomani della vittoria per 2-0 dei giallorossi contro la Fiorentina. "Mourinho e Dybala allo stesso modo. L’uno pensa, l’altro esegue pensando come il primo. Tutto il resto è contorno", aggiunge Alessandro Barbano sulle colonne del Corriere dello Sport, focalizzandosi sulla figura dell'argentino, protagonista assoluto ieri sera con una doppietta, e su quella dello Special One.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
FABIO BIANCHI - LA GAZZETTA DELLO SPORT
Se c'è Dybala, c'è gioia. Una doppietta di Paulo il caldo, sempre con l'assistenza del fratello d'attacco Abraham, tiene la Roma incollata a Lazio e Atalanta e a ridosso della zona Champions. Se c'è Dybala, la Roma vince: in campionato colleziona la decima vittoria, e otto le ha ottenute con la Joya in campo da titolare, che guarda caso fa dieci (gol) in stagione. Se c'è Dybala c'è gioia, perché per il resto non c'è molto da esaltarsi. Alla Roma ha dato una grande mano Dodò che, espulso dopo nemmeno mezzora, ha messo in ginocchio una Fiorentina che sembrava potersela giocare alla pari. [...]
Anche dopo la superiorità numerica, la banda Mourinho ha concesso ben poco alla platea. [...] Beh, l’unico tiro in porta della Roma è stato quello, bello, al volo, di Dybala, ma anche qui frutto di un errore in uscita di Bonaventura sfruttato da Celik che ha pescato Abraham per l'appoggio di petto all'argentino. [...] Si è accontentata di fraseggiare a centrocampo, tenere palla costruendo pochi affondi. Tanti da spazientire persino i suoi calorosi tifosi che in più di un'occasione hanno fischiato. L'unica volta che si è sbilanciata ha subito un contropiede di Nico Gonzalez che poteva anche far male, ma Bonaventura che ha ricevuto il passaggio è stato contrastato al tiro. Insomma, emozioni rare come ormai le lucciole d'estate. Solo al tramonto un lancio azzeccato di Cristante ha fatto accendere la lampadina al duo Abraham-Dybala: discesa e passaggio preciso del primo, tocco in sicurezza del secondo e vittoria in cassaforte.
La Roma non è bella, ma ottiene risultati. Così è se vi pare. E Mourinho se la gode: ha due punti in più della scorsa stagione, nonostante i suoi mugugni sulla rosa e, diciamo, le incomprensioni in casa con Tiago Pinto. Stavolta ha dimostrato che sa anche segnare su azione, forse grazie ai maggiori spazi dati dalla superiorità numerica. E poi Dybala, l'uomo in più. [...]
ALESSANDRO BARBANO - CORRIERE DELLO SPORT
Mourinho il torero, Zalewski il dardo più acuminato, Dybala la stoccata finale. Olè, la corrida è servita. La Fiorentina si accascia come l'ultima vittima della scientifica tauromachia portoghese e muore con l'inconsapevolezza del toro, chiedendosi perché. Ha dominato nel possesso palla per venticinque minuti, incapace di finalizzare, ma si è illusa quel tanto che basta di potersi giocare una partita alla pari, contro una Roma acquattata nella sua trequarti. Poi, l'imperdonabile errore di Dodò che la scopre ai fianchi e che, tuttavia, non è casuale ma frutto di una precisa strategia. Che Mourinho consegna alla missione del suo cresciutissimo esterno italo-polacco. Zalewski risponde con la velocità, l'astuzia, il tempismo di un guastatore e i viola cascano nell'agguato. Il resto è il colpo magistrale assestato con la fionda dal sinistro argentino, che schiaffeggia la palla dall'alto verso il basso e compie un altro prodigio.
Poi, in undici contro dieci, l'egemonia giallorossa torna a essere prudenza assoluta e controllo del vantaggio. A otto dalla fine arriva il bis del duo Abraham-Dybala, confermando un'inversione dei ruoli che assegna al generoso e più modesto inglese il compito di mettersi al servizio del fuoriclasse sudamericano. Ma è grasso che cola, di cui Mourinho potrebbe anche fare a meno, convinto com'è che non sia necessario ammazzare il toro due volte, e tuttavia va bene se ti capita di farlo. Questo per dire che non esiste un modulo più sfacciatamente opportunistico e un'applicazione più matematicamente raziocinante di quelli dello Special One. Per cui l'estetica è solo il riflesso dell'utilità. Così è, se vi piace.
E che piaccia lo dimostra il diciannovesimo «sold out» dell'Olimpico per assistere a un'altra meravigliosamente brutta partita della Roma, che vince con una squadra modesta, incompleta nei ruoli, e tuttavia capace di rendere ininfluenti gli acciacchi di Pellegrini, l'immaturità di Bove, le lacune di Celik, l'assenza ormai istituzionale di Wijnaldum, l'inconcludenza di Zaniolo. Perché nessuno di questi limiti intacca l'esattezza dell'esecuzione e la robustezza del carattere che Mourinho ha iniettato nel gruppo.
Dybala è perfettamente sintonizzato con lo spirito del suo mentore portoghese, che lo ha strappato alla disoccupazione con un contratto di «appena» quattro milioni e mezzo, più bonus. L’argentino non spreca uno scatto, amministrando le energie con un'austerity virtuosa, non cede ai gigionismi del Divo, quale pure è, concentra il suo genio tecnico ed emotivo nelle sole occasioni decisive, che sfrutta alla perfezione. La Roma è «Una» e «Bina», mente che ispira il corpo e corpo che si fa mente, Mourinho e Dybala allo stesso modo. L’uno pensa, l’altro esegue pensando come il primo. Tutto il resto è contorno. [...]
MIMMO FERRETTI - CORRIERE DELLA SERA
[...] Doveva/poteva essere tante cose, la sfida contro la Fiorentina di Italiano, e a conti fatti per la Roma si è rivelata una dolce compagna di viaggio domenicale. Con Dybala, straripante e già a quota 7 reti in campionato, a guidare la festa del popolo romanista.
La prima panchina del 2023 in campionato di Mourinho, 5 giorni dopo il suo esordio con la Roma proprio contro la Fiorentina (22 agosto 2021), va in archivio con una vittoria la decima in campionato) che porta il gruppo di Mou a 4 punti dal secondo posto. Non male. [...]
Anche dopo la netta vittoria contro la Fiorentina, i numeri che accompagnano la squadra giallorossa continuano a essere molto particolari. Bizzarri, taluni. Basti pensare che, analizzando solo le partite giocate all'Olimpico, la Roma ha segnato 10 reti in 9 appuntamenti. Pochi, se ci pensate bene. Singolare la differenza di rendimento tra le gare casalinghe e quelle giocate lontano dalla Capitale: in trasferta la Roma ha un ruolino di marcia da prime della classe, con 18 punti in 9 partite. Meglio hanno fatto solo Napoli (22) e Atalanta (20). In casa, invece, la situazione è meno allegra, con 16 punti in 9 gare. E ci sono tante squadre, guidate dal solito Napoli (25 punti), che hanno fatto nettamente meglio. Il «fattore campo», nonostante i sold out in fila, non è riuscito ancora a incidere come tradizione. Ma il rendimento del 2023, con 3 successi (Coppa Italia compresa) in 3 gare, senza subire gol, sembra indicare una netta inversione di tendenza.
PAOLO CONDO' - LA REPUBBLICA
[...] I campioni del mondo aiutano: l'Inter ha ricucito lo strappo grazie a Lautaro, la Roma si frega le mani per la condizione sempre più felice di Dybala, ieri assistito con apprezzabile umiltà da Abraham. Gioverà ricordare, a proposito di iridati, che Di Maria venerdì era stato l'unico juventino a cavarsela. [...]
TONY DAMASCELLI - IL GIORNALE
Magica la Roma? Magico Dybala. Il campione del mondo trasforma in gioia ogni pallone, se poi c'è l'aiuto dell'anca di un avversario, Milenkovic, allora è ancora meglio, dunque gol 1 e 2 contro la Fiorentina in handicap per settanta minuti, dopo l'espulsione di Dodo. La corsa per un posto in Champions è apertissima, Napoli escluso ovviamente, tre squadre a 34, due a 37 e il Milan a 38, si prevedono colpi di scena anche in funzione dei guai giudiziari della Juventus. [...]
ALESSANDRO CATAPANO - IL MESSAGGERO
I romanisti hanno aspettato a lungo un Dybala, cioè un artista del calcio cui affidare il pallone e milioni di speranze. La squadra non ne avrà tanti, di artisti così, come ci ricorda Mourinho in versione goccia cinese. Ma, forse, nella mediocre Serie A ne basta uno per lottare per la Champions (che poi, stringi stringi, è la tesi di Tiago Pinto).
Noi invece abbiamo aspettato 60 giorni, due mesi tondi tondi - quanto trascorso dalle parole pronunciate dopo il pareggino con il Torino del 13 novembre a quelle usate per riascoltare la voce di José Mourinho. [...] Due mesi dopo, lo abbiamo ritrovato più grigio, improvvisamente immalinconito. Prendersela con il povero Candela, fare riferimenti più o meno criptici a interviste rilasciate dai suoi dirigenti, ritirare fuori alla prima occasione tutto il corredo di penne e microfoniche intossicano, anzi intossicano l'ambiente, suvvia. Siamo solo a metà stagione, arrivare alla fine in questo clima sarebbe durissima. Non è meglio godersi la sintonia tra Dybala e Abraham? Del resto, non è colpa di questa gestione - che non è esente da responsabilità, sia chiaro - se la Roma ha una capacità di spesa limitata che l'Uefa le ha imposto per ripianare i debiti. [...]