Parola di Abraham

28/01/2023 09:16

Quel velo di tristezza e quelle ombre che lo stavano inseguendo, Tammy le ha lasciate andare. Quel calciatore libero e bello, lo stiamo riscoprendo soltanto ora, dopo il mondiale rubato(gli). L'Abraham dei primi mesi di questa sua seconda stagione italiana, aveva portato a chiederci: ma quello vero è questo o quello dell'anno scorso, che ha chiuso la stagione con 27 reti? Lo scorso anno, quando si è giocato -Roma era il 18 aprile (firmò l'assist per la rete del pari di ), il campionato era alle battute finali e lui aveva messo a segno undici reti, più otto in Conference League; domani si presenterà al "Maradona" con i suoi cinque gol (più uno in Europa League), realizzati tutti in trasferta. Osimhen era lontano ma nemmeno troppo. Oggi Tammy insegue il nigeriano, che vola ed è il vero trascinatore del e lui sta solo ricominciando ora ad aprire le ali per portare la Roma, chissà, a un secondo trofeo.

Anche lo scorso anno, Abraham ha vissuto il suo momento buio, stando all'asciutto per sei giornate di campionato, quest'anno è arrivato a sette, interrompendo il digiuno con il colpo di testa al La testa, appunto. Per uscire dalle situazioni negative e far girare la ruota, serve proprio quella, non bastano le qualità tecniche. E nel caso di Abraham, la testa è stata tutto, il momento del reset. La svolta in Roma-, la squadra di Mourinho sta vincendo e all'ultimo secondo della sfida dell'Olimpico, Tammy salta e con la testa-nuca, devia una palla colpita da Ferguson sopra la traversa evitando un gol fatto. Da lì è cominciata la sua risalita: rete a San Siro con il Milan, poi due assist con la e infine il bel gol a La Spezia domenica scorsa.

«Sarebbe bellissimo vincere qualcosa anche quest'anno con la Roma», le sue parole in alcune recenti interviste. Tammy ha superato anche alcuni problemi personali, questo sarà l'anno in cui diventerà papà. «Ci sarà la nascita di mio figlio, chissà cosa riserverà il futuro», dice. «Vincere un trofeo europeo al primo anno con la Roma è stato incredibile - aggiunge - Qui non si vinceva una coppa da molti anni e tante persone non credevano che fosse possibile. L'intesa con Dybala? Ci siamo subito piaciuti, stiamo costruendo un bel rapporto. Un'amicizia che sta diventando sempre più solida con il passare del tempo. Lui è un giocatore straordinario e il suo arrivo ha portato qualcosa di diverso che prima mancava. E Mourinho? E' come uno zio». Insomma, accettare la Roma «si è rivelato fantastico. Certo, mi sono dovuto adattare rapidamente e a volte mi manca sentire la lingua inglese, ma qui è il posto giusto per me». Ora c'è il , squadra alla quale ancora non è riuscito a segnareE la sfida con Osimhen, domani, farà un po' meno paura.

(Il Messaggero)