08/02/2023 08:18
LEGGO (F. BALZANI) - Recuperare lo striscione e individuare la spia. La questione legata all'agguato degli hoolingas dello Stella Rossa e alla sottrazione degli stendardi storici dei Fedayn è diventata quasi una questione di vita o di morte. La domanda principale in seno alla tifoseria organizzata romanista è una: come è stato possibile che un gruppo di tifosi proveniente da un altro Paese possa aver rubato gli striscioni in casa dei propri avversari conoscendo esattamente orari e luogo dove era parcheggiato il furgone? E come facevano gli ultras di Belgrado a sapere chi era che aveva il compito di riportare le pezze a casa? L'ipotesi di una possibile spia interna comincia a prendere quota e potrebbe portare a spaccature pericolose nei prossimi giorni. Si moltiplicano intanto messaggi vocali, foto più o meno fake e minacce tra romanisti e napoletani sui social. Secondo gli ultras giallorossi infatti ci sarebbero proprio i partenopei dietro tutta l'operazione. L'appoggio della Curva Nord dell'Inter o dei tifosi della Ternana e del Cosenza può spostare gli equilibri del tifo italiano e rendere pericolosa più di una trasferta. Fra le centinaia di messaggi che sono circolati fra le chat interessate al fenomeno ultras un vocale diffuso su WhatsApp, nel quale si affermava con certezza che i tifosi della Lazio, appreso del vile assalto, si fossero recati direttamente nella storica sede dei Fedayn al Quadraro. Una visita che ha però trovato la secca smentita dei diretti interessati. Nessuna solidarietà, nessun rispetto per i romanisti - scrivono in un comunicato ufficiale reso pubblico sulla Voce della Nord gli Ultras Lazio -. Viste le solite invenzioni dei giornali e dei social, specifichiamo subito che nessuno di noi ha mostrato vicinanza ai tifosi giallorossi. Se qualcuno lo ha fatto privatamente, poi noi non è laziale. Un distacco dai gemellati interisti. Da non sottovalutare.