07/03/2023 10:26
La rete che si gonfia più spesso, durante i weekend di campionato, è quella di Internet. Ma i gol di Osimhen e Lautaro non viaggiano solo sulle tv di chi paga gli abbonamenti a Dazn e Sky. Come funziona, oggi, il sistema delle trasmissioni illegali delle partite, che secondo varie stime interessa 5 milioni di italiani? Tanti sarebbero a collegarsi con i campi del campionato sfruttando canali abusivi. E spesso possono usufruire di immagini più stabili di quelle di Dazn o trasmettere un gol prima di Sky.
Ma come si fa a vedere illegalmente le immagini della Serie A? Il sistema più diffuso è quello delle Iptv illegali. Il cosiddetto "pezzotto". Prima di tutto, serve un set-top box: non è altro che un decoder, ma senza marchio. Può costare dai 20 euro fino a 400, è legale e ha una sola funzione: trasformare flussi dati in immagini da trasferire alla tv a cui viene collegato. Perché possa trasmettere le partite, però, bisogna trovare un abbonamento pirata, e qui è spesso sufficiente cercare su Internet. Si paga con carta di credito: a quel punto il pirata fornisce un indirizzo web e una password da inserire. Collegandosi tramite il set-top box si ha quindi accesso ai canali lineari delle tv a pagamento, ma anche a una infinità di programmi on demand. Non solo: molto spesso la qualità e i tempi in cui si ricevono le immagini sono migliori dei servizi ufficiali. Il motivo sono i sistemi di sicurezza: Sky e Dazn, quando trasmettono le partite, devono proteggere il segnale, e la tecnologia necessaria ha l'effetto di far arrivare le immagini sulle nostre televisioni con qualche secondo di ritardo. In più, a collegarsi con le tv ufficiali sono ogni domenica milioni di italiani, perché il servizio che offrono è in esclusiva. Al contrario, i servizi pirata che si spartiscono il mercato sommerso sono decine: così, ognuno consuma molta meno banda, garantendo spesso una maggiore velocità. E sempre in 4k.
Come arrivano le immagini sui set-top box nelle case italiane? I pirati si appoggiano su cloud provider, che non sono un luogo fisico. Perché europei? Perché gli accordi Ue sul peering, ovvero gli accordi di interconnessioni tra i provider, permettono di velocizzare il traffico ed essere davvero competitivi con i grandi broadcaster. O di batterli.
Fermarli? Possibile. Il problema sono i tempi. Se Sky o Dazn individuano una sorgente irregolare e chiedono di spegnerla, difficilmente vengono assecondati. «Serve un ordine del giudice», la risposta più frequente. Ma una partita dura 90 minuti, un ordine del giudice impiega molto di più ad arrivare: così fermare lo streaming illegale è impossibile. Ancora più difficile bloccare i cloud provider. Quando però i servizi di cyber security riescono a trovare una breccia, quantomeno rompono la catena illegale. L'operazione Gotha della Guardia di finanza ha fermato un giro da 30 milioni di danni mensili per l'industria coinvolgendo 900.000 utenti e 22 città. E per una volta hanno pagato anche i consumatori.
(La Repubblica)