19/03/2023 11:52
Aggrapparsi all'unico motivo positivo per guardare con ottimismo al derby. «Chi ci arriva peggio di solito lo vince». Una regola non scritta che ha indirizzato molto spesso l'andamento della stracittadina e sulla quale i tifosi della Roma ripongono tutte le speranze di vittoria.
La sconfitta interna contro il Sassuolo ancora brucia. Dall'arbitro Fabbri agli strascichi del quarto uomo Serra, la Roma arriva alla sfida contro la Lazio con una classifica negativa. Fuori dalla zona Champions, attardati di due punti rispetto ai cugini biancocelesti in classifica, ma soprattutto corrosa dalla ruggine di un allenatore arrabbiato con il sistema e in preda ad una crisi di nervi da accerchiamento mediatico e arbitrale.
Mourinho per la seconda volta consecutiva (in Campionato) sarà costretto a guardare la partita lontano dalla sua panchina, nascosto in qualche anfratto dello stadio Olimpico, speranzoso che il suo spartito di gioco sia seguito dai calciatori. Ma non potrà determinare direttamente, facendo fruttare la forza migliore della Roma nel ribaltare le situazioni negative: la personalità del portoghese. Gli undici che scenderanno in campo dovranno arrangiarsi da soli, facendo tesoro dei tanti, troppi errori messi in mostra contro il Sassuolo.
Se c'è un nemico della Roma in questo momento non è l'AIA. Gli errori degli arbitri ci saranno sempre ma la lotta - più personale che collettiva - di Mourinho dovrà essere tirata fuori dal terreno di gioco. Kumbulla sarà squalificato, al suo posto tornerà Mancini. Forse l'unico calciatore che riesce a convogliare la carica psicologica dello Special One in prestazioni positive in campo.
Il resto della squadra dovrà tornare a mostrare il lato migliore di sé. A partire dalla difesa, il fiore all'occhiello del 2023 romanista, abbattuto dai colpi del Sassuolo di Dionisi. Fino a domenica scorsa erano stati 5 i gol subiti in tutta la stagione dalla Roma all'Olimpico.
La Roma tutta vuole riprendersi il primato cittadino e l'agognato posto in Champions League. L'obiettivo stagionale è uno solo: tornare nella Coppa dei grandi. E farlo a discapito della Lazio sarebbe la ciliegina sulla torta di una stagione troppo altalenante rispetto alle previsioni.
E per farlo serviranno i gol, il problema più grande della Roma di Mourinho. Sono solo 35 quelli messi a segno in campionato: il peggior attacco delle prime sette squadre in classifica. Un dato che fa scopa (negativa) con la caratteristica migliore della Lazio di Sarri: la difesa.
Un rebus senza soluzione? No, almeno stando ai numeri. La Lazio in casa soffre - sono 12 su 19 le reti subite all'Olimpico. Ma serve segnarli i gol. A questo dovrà pensarci l'attacco giallorosso. Paulo Dybala avrà gli occhi puntati addosso. Da lui dipende quasi tutto il saldo gol della squadra. 9 in Campionato, 3 in Europa League ma ancora in attesa del primo gol al derby. La Lazio è la sua seconda vittima preferita in carriera: 11 gol segnati ai biancocelesti tra Palermo e Juventus. E l'aria del derby lo accende visto che il Torino lo ha fatto piangere 5 volte. Magari con l'aiuto di Abraham.
(La Repubblica)